Oggi abbiamo deciso di condividere un articolo selezionato dalle pagine online di Forbes.
Si parla di uomini e donne d’affari in crisi.
Al netto della crisi internazionale, spesso sono gli ostacoli interni, creati da noi stessi, che ci impediscono di avere successo e ci lasciano ad impazzire per lo stress, la fatica e la frustrazione.
Buona lettura
4 CREDENZE COMUNI CHE OGNI IMPRENDITORE DOVREBBE METTERE IN DISCUSSIONE
Di Jodie Cook.
Esploro i concetti di imprenditorialità, felicità e design dello stile di vita.
L’imprenditorialità è una strada difficile che può attraversare luoghi oscuri. Dopo qualche successo iniziale, molti imprenditori si ritrovano confusi e bloccati in un punto in cui si chiedono chi sono, dove sta andando la loro attività e quando raggiungeranno i loro obiettivi. Alcuni di loro sono circondati da muri autoimposti che essi stessi hanno costruito, credendo che questi muri li possano aiutare ad affrontare la routine della costruzione di un’impresa. Le pareti sono troppo alte per scavalcare e troppo profonde per superarle scavandoci sotto. L’unica opzione è abbatterle.
Mike Malatesta è un imprenditore che si è ritrovato in quella che lui chiama la “valle dell’incertezza” mentre gestiva la sua prima azienda, la Advanced Waste Services, Inc., venduta nel 2015 dopo averla cresciuta dal 1992. Ora è consulente strategico di ERC Midwest, LLC, una società di servizi ambientali per l’industria. Malatesta, nel suo libro Owner Shift, ha scritto proprio a proposito del “campanello d’allarme” che gli è risuonato in testa mentre si trovava nella sua valle dell’incertezza.
Durante la sua permanenza nella valle, Malatesta ha individuato fuoco quattro convinzioni sull’imprenditorialità che non aveva mai messo in discussione prima, nonostante fossero effettivamente dannose. Mettendo in discussione queste convinzioni ora, puoi evitare la valle dell’incertezza. O, per lo meno, puoi soffrirne meno mentre te ne liberi
POSSO GESTIRE QUALSIASI COSA
Come molti imprenditori, anche Malatesta credeva di poter gestire tutto ciò che gli capitava. Questo per lui era un come un mantra. Pensava che avrebbe potuto superare da solo ogni problema che si fosse presentato, se avesse avuto abbastanza tempo. Chiedere aiuto gli sembrava un tradimento, poiché era sempre stato orgoglioso di gestire il proprio lavoro.
“Mi sono reso conto mentre ero nella valle che non avevo posto limiti a tutto ciò che mi sembrava derivare dal mio lavoro”, rifletté Malatesta. “Ho accettato qualunque cosa mi capitasse, e questo comportamento mi ha portato a questo punto”.
La causa principale della sua mancanza di confini vita/lavoro era credere che fosse in grado di portare a termine qualsiasi compito e risolvere ogni problema. Ecco perché non ha mai chiesto aiuto. Quando ha lottato, si è semplicemente piegato ancora di più.
Ma poi sono arrivati i problemi che non poteva gestire, e dove lo hanno portato? Direttamente nella valle dell’incertezza. Trovarsi lì ha costretto Malatesta a sostituire la sua convinzione basata sul “Posso gestire qualsiasi cosa” con una nuova convinzione che suona invece come “Chiedendo aiuto, posso gestire qualsiasi cosa”.
SONO RESPONSABILE DI TUTTO
La seconda convinzione fuorviante che Malatesta individuò fu che fosse lui il responsabile di tutto ciò che gli stava accadendo. Buono, cattivo o indifferente, non importava. Tutta responsabilità di Malatesta.
“Questo era un carico impossibile da sopportare”, ha ammesso Malatesta. “È stato il modo sbagliato di pensare che mi ha reso infelice. Ho cercato di usare dei meccanismi per far fronte e sono arrivato al pensiero di gettare la spugna”.
La svolta di Malatesta per quanto riguarda questa convinzione è stata la realizzazione del difetto insito in questo modo di pensare. Aveva completamente confuso l’essere responsabile con l’avere la responsabilità.
Il sottile cambiamento in questa convinzione è basato sul comprendere che una persona può essere responsabile solo di se stessa. Aveva la responsabilità di tutto ciò che accadeva nei suoi affari e doveva trovare il modo di affrontarlo in modo appropriato. Nel momento in cui è riuscito a riformulare la convinzione, ecco che aveva trovato la via da seguire.
LA PASSIONE È TUTTO CIÒ DI CUI HO BISOGNO
Il proverbio dice: “Fai qualcosa che ami, e non lavorerai mai un giorno in vita tua”. Così, tanti imprenditori inseguono la passione pensando che, una volta trovata, il lavoro porterà un sacco di energia e renderà la vita significativa. Dopotutto, inseguiresti la tua passione anche gratuitamente, giusto?
Malatesta dice che questo approccio potrebbe funzionare. Ma potrebbe anche frenarti, perché magari non sai cosa ti appassiona o non riesci a decidere fra vari interessi. Di conseguenza, quando ci troviamo nella valle dell’incertezza, dobbiamo mettere in discussione la premessa di “seguire la tua passione”, presa così nella sua interezza.
“Conosco molti imprenditori, e nessuno di loro è appassionato di ogni aspetto del proprio lavoro”, ha detto Malatesta. “Nessuno. Ciò è particolarmente vero quando le cose stanno appena decollando”.
Ecco perché: l’imprenditorialità spesso richiede di fare il lavoro sporco per un po’. Malatesta doveva pulire migliaia di litri di letame dalle cisterne. Non ne era appassionato, ma non era nemmeno una mansione ingestibile. Era solo un lavoro che faceva per generare fatture e aumentare le possibilità che la sua attività sopravvivesse agli esordi.
“Quando le cose necessarie per sopravvivere sono gestibili, le fai”, ha spiegato Malatesta. “Si spera che la passione arrivi, ma la passione potrebbe anche essere non l’origine, ma il sottoprodotto del tuo percorso”. Se non stai facendo ciò che ami, puoi scegliere di amare ciò che fai.
ESSERE SOLO È MEGLIO
La quarta convinzione affrontata da Malatesta è il valore dell’isolamento. Negli anni in cui gestiva il suo business, Malatesta aveva costruito muri invisibili escludendo le persone che non erano come lui, non chiedendo aiuto e credendo di dover risolvere i problemi da solo. Credeva che queste mura alte e robuste gli avrebbero fornito sicurezza e protezione. Credeva che nascondendo le sue lotte e tenendo per sé le sue vulnerabilità, sarebbe apparso più forte agli altri.
“Avevo barricato questo posto in cui mi sentivo al sicuro, ma era anche un posto in cui avevo paura”, ha ricordato Malatesta. “Mi sono reso conto che temevo di avventurarmi fuori da questo territorio conosciuto, e temevo di ritrovarmi dall’altra parte delle mie mura”.
Potresti pensare che le tue mura ti terranno al sicuro, ma uno degli effetti indesiderati dell’erigere tali mura è che alla fine bloccano la tua visione del futuro e la tua possibilità di entrare in contatto con altre persone. Il “futuro” non è qualcosa a cui puoi arrivare da solo. Malatesta ha dovuto trovare il coraggio di abbattere le sue mura e aprirsi, rendendosi estremamente vulnerabile.
“Mi sono reso conto che le risposte non erano dentro le mie mura”, ha detto. “Se le volevo, dovevo abbattere tutto e uscire. Avevo paura, ma la mia motivazione superava la mia paura”. Una volta che Malatesta ha iniziato a far entrare le persone invece di escluderle, il suo mondo è cambiato e così anche i suoi affari.
CREA LA TUA MAPPA
Gli imprenditori che stanno attraversando un periodo difficile probabilmente sentono che la visione con cui hanno iniziato sta diventando confusa. Forse gli altri li vedono come imprenditori di successo, e magari tutti continuano a congratularsi con loro per gli obiettivi raggiunti, ma in fondo i businessmen in crisi conoscono la verità. Sanno di essere bloccati in un posto che non riconoscono, alle prese con un’incertezza che può sembrare opprimente.
“Sono stato pieno di grandi idee ma senza un piano per trasformarle in realtà. Ho avuto successo quando mi sono sentito un fallito”, ha detto Malatesta. “Mi chiedo costantemente se ho l’energia, la conoscenza, il pedigree e la resilienza di cui ho bisogno. Ma non sono il solo”.
Ciò che alla fine ha capito è che doveva a se stesso, ai suoi clienti e al suo team l’aver individuato la via d’uscita dalla valle dell’incertezza. Ha dovuto guardarsi dentro per scoprire cosa lo frenava, e quindi creare una mappa per poter uscire dall’oscurità e raggiungere il futuro che si sarebbe costruito.
Piuttosto che nascondersi dietro convinzioni fuorvianti, Malatesta ha cercato aiuto per gestire gli ostacoli, ha definito i confini della sua responsabilità, ha lasciato andare la necessità di essere appassionato in ogni ambito del suo lavoro e ha coinvolto altre persone nel suo percorso.
E tu come sfuggirai alla tua valle di incertezza?