Se film come Terminator e Matrix prevedevano che le AI avrebbero scatenato una guerra contro l’umanità, oggi invece ci troviamo con gli artisti preoccupati perché l’intelligenza artificiale… disegna.
L’arte è a rischio?
E il lavoro degli artisti?
INTELLIGENZA ARTIFICIALE: LE NOTIZIE SULLA GUERRA DELL’ARTE
Le domande che sorgono sono molto numerose e i punti di vista ancora di più.
Possiamo indicare due principali filoni di dibattito:
- la AI ruba il lavoro agli artisti?
- la AI è un mezzo o una minaccia per gli artisti?
LA AI RUBA IL LAVORO AGLI ARTISTI?
Qui va fatta una premessa di più punti:
- da Andy Warhol in poi esiste l’arte riproducibile, ma il pezzo unico resta più pregiato delle copie
- se una persona si considera un artista non è detto che la comunità gli riconosca questa definizione
- i mezzi di espressione dell’arte sono innumerevoli e utilizzano anche la tecnologia.
- oggi i supporti e i colori si trovano facilmente, oltre a poter accedere ad un ventaglio di opzioni ampiamente sdoganato a 360°, per cui è arte anche uno stencil o un taglio sulla tela.
- anche il più purista dei pittori verrebbe giudicato un viziato da quattro soldi da un qualunque pittore barocco che, oltre ad avere un’aspettativa di vita di 35 anni, doveva impazzire ogni volta che si consumava un pennello.
Poi se pensiamo a Michelangelo che dipinge la Cappella Sistina e ci mette anni e anni, in posizioni scomode e pericolose, che per avere i pigmenti doveva aspettare che arrivasse la nave col bisso dal Libano, ecco, diciamo che per fortuna oggi non si deve più per forza rischiare l’osso del collo al soldo di un papa.
Inutile guardare alle ristrettezze e ai problemi del passato e pensare che siano invece indice di grande valore personale.
(Diciamo anche che un soffitto di corpulente figure nudicce a tema religioso può piacere o non piacere.)
Diciamo anche che la faccenda dell’artista come anima tormentata ha un po’ stancato, si può anche essere un arzillo sperimentatore con un senso estetico eccezionale e riconosciuto dai coevi.
Quindi, posto che un artista oggi ha vita stra-facile rispetto al pittore di 500 anni fa, dobbiamo tenere presente che la tecnologia è parte della nostra vita e va a toccare anche l’ambito artistco, che veniva difeso come “esclusivamente umano”.
Essere “umano” è una opzione e non è detto che sia la migliore. Inoltre, contrastare ogni nuovo mezzo tecnologico perché apocrifo, impuro, immeritevole etc, è un po’ da nonno scontroso: se si fosse sempre fatto così staremmo ancora col carbone a fare righe nelle caverne, figuriamoci arrivare ai colori acrilici o alle bombolette spray.
Un artista vero (e non uno che si crede artista perché lo vorrebbe tanto) non deve temere di perdere il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale, ma a causa di innumerevoli altri fattori.
Se io desidero un ritratto non lo chiedo a Takashi Murakami, che disegna anime, e se voglio decorare l’interno di una scuola per preti non mi rivolgo a Barbara Kruger.
Ognuno trova, col lavoro e la competenza, la sua nicchia.
Da oggi esiste la nicchia delle immagini create con la AI, e non smetterà di esistere molto presto.
AI NELL’ARTE: PROBLEMA O OPPORTUNITÀ?
Oltre a non rubare il lavoro di nessuno, l’arte figurativa generata dalla AI può anzi essere considerata una nuova nicchia ricca di opportunità, per chi ha la voglia di mettersi in gioco e trovare il modo di farne qualcosa di divertente e magari anche redditizio.
L’intelligenza artificiale è uno strumento relativamente nuovo: molte applicazioni sono così diffuse proprio perché si tratta di primi passi, o quasi, e vengono messi a disposizione gratuitamente agli utenti proprio per raffinare le prestazioni dell’AI in questo campo.
Ogni volta che vediamo una bella immagine, a meno che non siamo dei nerd, accogliamo le emozioni che ci trasmette senza fare un processo all’autore.
Dietro le immagini generate con l’intelligenza artificiale c’è il lavoro, la pazienza, la perizia e la carriera di moltissime persone che hanno concorso a dare all’arte un qualcosa in più, un modo un po’ onirico di avere in pochi attimi delle interpretazioni delle nostre fantasie.
Per creare le immagini, nella maggior parte delle applicazioni, è richiesto di inserire delle parole che siano la base per l’interpretazione che ne dà la AI.
I programmi più evoluti e simpatici, come Midjourney, permettono descrizioni molto dettagliate e la manipolazione delle immagini create inizialmente.
È molto divertente!
Provate per credere:
Alla prossima”