QUANTO È BELLO LO STILE RETRÒ?

retrò

Perché lo stile retrò è tornato?

E perché non passa mai di moda?

Bella domanda!

PERCHÉ PIACE LO STILE RETRÒ?

Innanzitutto, di cosa stiamo parlando?

Lo stile retrò è quello stile che IMITA volutamente la moda principalmente degli anni 50-60-70.

Abbiamo tutti perfettamente in mente a cosa ci riferiamo: palette di colori mai brillanti, geometrie optical che vanno dal mini al maxi, una certa ricercata semplicità nel design che nasce in un momento storico ben preciso.

Le insegne colorate coi pennelli, i loghi creati originariamente a mano, prima che il catalogo di font ci permettesse di ri-crearli, i bordi da ritagliare, la carta da parati, l’eredità di Le Corbusier e di Frank Lloyd Wright che disegnano i set ideali per la vita e il design di tutti i giorni.

Lo stile che oggi chiamiamo retrò è stato la cosa più trendy degli anni successivi alla fine della seconda guerra mondiale. Seppure con i suoi risvolti che oggi valutiamo come imperdonabili, soprattutto in termini di emancipazione mancata ad ogni livello e di incoscienza ecologica, si è trattato di un’epoca genuinamente lanciata verso un futuro migliore, che ancora non è arrivata alla decadenza, cioè agli anni ‘80.

Qui vale la pena citare la recensione che Patrizia Falsini fa del romanzo Selvagge di Shirley Conran, perché in poche parole spalanca una finestra su un universo dal gusto discutibile:

“Shirley Conran era una scrittrice nota negli anni ’80 per i suoi libri che hanno dato luogo a serie televisive in cui troviamo sempre ambienti ricchi, segreti da svelare, fanciulle bellissime e perverse. Come la Krantz ha scritto soprattutto romanzi commerciali che sono lo specchio di un’epoca rampante e cafona.”

Benissimo: il retrò che ci piace è quello prima del medioevo kitsch degli anni ‘80!

Avendo presente cos’è e cosa non è lo stile retrò, la domanda è: perché ci piace?

Ci piace perché inconsciamente sappiamo cosa significa. Culturalmente, gran parte del conflitto veniva negato o ostacolato, il ‘68 stava per arrivare e il fermento c’era, ma la moda lo vedeva e non lo vedeva.

Quello che oggi è uno stile copiato, ricalcato e riproposto era il quotidiano godere di un’epoca finalmente senza guerre: un’epoca di lusso e industria, inizio del consumismo che pareva non dover finire mai, fiducia nel mercato che si autoregola (anche se poi abbiamo visto come e dove ci ha sculacciati quella mano invisibile!), un’epoca in cui bastava 1 persona in famiglia a lavorare per mantenerne 5, un’epoca che si era lasciata alle spalle le guerre visibili e che copriva di ottimismo quelle invisibili.

Questa epoca luccicante non era assolutamente oro, ma lo stile che la richiama ci piace perché possiamo ritagliarlo e usarlo per avvolgere prodotti e servizi più genuini o che vogliano ispirare quel senso di ottimismo. Ci piace perché le sue forme e i suoi colori li troviamo in immagini di persone concentrate su un progetto comune, di quartiere, cittadino, nazionale, continentale di rinascita e di ricostruzione, un progetto che dice “il peggio è passato”.

Lo stile retrò va dall’invasione di macarons ai gadget per i matrimoni, dalle insegne per le gelaterie al recupero in ambito Horeca di menu e presentazioni in stile, fino al fiorire di community in real life e social che adorano il vintage e che lo recuperano come uno status symbol che va bene un po’ su tutto.

Abbiamo quindi vestiti e accessori di un certo tipo, arredi che nei dettagli richiamano il passato, dalla carta da parati al design dei punti luce, dagli ads su Facebook alle animazioni, fino ai gusti di ghiacciolo così vecchi che forse non abbiamo fatto in tempo ad assaggiarli.

Che si tratti di una tendenza sempre genuina?

Ovviamente no, dopo tutto è il marketing, baby!

Ma si tratta di un elemento fortissimo della brand identity di tantissime aziende degli ultimi anni e, da professionisti del mestiere, sappiamo che poteva quasi solo andare peggio!

Hai un dilemma sulla tua brand identity?

Anche se non è retrò, noi siamo quelli giusti da contattare!

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