Perché parlare di autorità online dei siti? Perché come agenzia di comunicazione ci troviamo spesso ad aver a che fare con tutte le facce della SEO, comprese la spinose, laboriose e a volte stressanti questioni del ranking in ser, del link building e della gestione di backlink da siti autorevoli.
Ma sarà vero che i siti più grandi e grossi sono i più autorevoli e i meglio posizionati? E che un sitino non ci ricompensa del duro lavoro di SEO?
No.
E lo dice John Mueller, brillante analista di Google. Qui di seguito trovate il nocciolo della questione spremuto e filtrato dall’intervista in Hangout rilasciata al Search Engine Journal.
PIÙ GRANDE È IL SITO, PIÙ…?
Un sito molto grande, con migliaia di pagine indicizzate, viene ritenuto un sito autorevole, ben visto (e ben proposto) da Google come risposta alle nostre ricerche: questa è la credenza tradizionale negli ambienti SEO.
In realtà, John Mueller sfata il mito.
Non è vero che le dimensioni contano, perché gli algoritmi si basano sempre più su una qualità che non si può costruire ammassando materiale. In altre parole: la qualità non è la quantità, qui come in molti altri ambiti. Google infatti riesce a parametrare in modo più raffinato la qualità del sito!
Vediamo qualche dettaglio in più.
SITO WEB GRANDE O PICCOLO: COSA VEDE GOOGLE
Negli anni passati, la quantità del materiale online, diviso in pagine indicizzate, sembrava il modo migliore (?) per raggiungere il successo nel motore di ricerca più famoso del mondo. Nel 2012, Moz:
“C’è stato molto dibattito su come Google, sia manualmente che algoritmicamente, può favorire i grandi marchi. Dall’inizio di Internet, l’eventuale vantaggio dei grandi marchi era solo una questione di tempo. Questo post parla del motivo per cui penso che quel vantaggio fosse inevitabile, perché continua ad esistere, e di cosa puoi fare per competere”.
Da qui la rassegnazione dei gestori dei piccoli siti, e lo snobismo che li circonda quando si fa link building: “Quando un sito più piccolo non può ottenere le migliori classifiche, alcuni scrolleranno le spalle e scriveranno che il sito grande ha un vantaggio a causa di quanto sono grandi”.
La desolazione e lo scoraggiamento hanno tolto combattività ai siti piccoli, con l’effetto della profezia che sia auto-avvera?
Probabilmente sì!
Internet è anche un luogo in cui collaborare conta, e diventare dei paria online o comportarsi in partenza come tali, non aiuta certo a migliorare la propria posizione.
PESSIMISMO E COMPLOTTISMO
Lo sappiamo e l’abbiamo sicuramente sentito in prima persona. Se un sito non va è colpa degli algoritmi truccati.
I siti grandi manipolano gli algoritmi a discapito dei siti piccoli, che così non hanno possibilità di emergere.
Come sottolinea Mueller, si continua ad additare l’algoritmo disonesto o qualche burattinaio nell’ombra anche se i nuovi algoritmi come BERT e poi come MUM (basato sulla AI, con potenza e prestazioni inimmaginabili fino a due anni fa) hanno processi di selezione della qualità dei contenuti estremamente raffinati.
NEL SITO PICCOLO PUÒ ESSERCI IL CONTENUTO BUONO!
Invece di piangere perché “il sito e piccolo e ha perso in partenza”, il segreto che non è un segreto è quello di creare sempre e comunque contenuti di qualità. Se un sito piccolo ha la capacità di creare un buon contenuto, gli algoritmi lo sanno riconoscere!
Non è nemmeno un discorso di “densità della bontà delle pagine”. Avere una pagina buona su 10 o su 100 non è un fattore che da solo genera percezione di qualità e autorità online. Anche perché le dimensioni su cui lavorano gli algoritmi di Google sono davvero spiazzanti.
Mueller scoraggia l’idea che avere più pagine indicizzate sia un vantaggio nell’attuale fase della tecnologia di ricerca.
UN PICCOLO SITO DI 5000 PAGINE
Parlando a nome degli sviluppatori del suo team, uno dei partecipanti all’Hangout con John Mueller ha tirato fuori l’annosa questione del “tolgo la pagina senza traffico o non la tolgo?”. Il team di sviluppatori aveva detto di non togliere le pagine poco prestanti, perché il sito si sarebbe rimpicciolito e avrebbe perso autorevolezza.
Di nuovo, Mueller risponde lasciandoci a bocca aperta:
“A volte ha senso avere molte pagine indicizzate, a volte sono pagine utili da indicizzare in un certo modo, ma non è un segno di qualità per quanto riguarda il numero di pagine indicizzate. E soprattutto se stai parlando di qualcosa dell’ordine di… 1.000, 2.000, 5000 pagine, è un numero piuttosto basso per i nostri sistemi in generale.
E non è l’algoritmo dica: oh, 5.000 pagine sono meglio di 1.000 pagine!
Per noi (di Google) è… beh, è sempre un piccolo sito web […] e ci accontentiamo di quello che possiamo tirare fuori lì.”
Ma piccolo non vuol dire irrilevante, può contenere qualcosa di molto utile.
Potrebbe essere piccolo ma potrebbe comunque essere molto utile: “grande” non è un vantaggio. Continua Mueller:
“Io e molti dei miei clienti di e-commerce superano regolarmente i rivenditori di grandi marchi.
Alcuni potrebbero dire che i marchi sono in grado di sfruttare la loro popolarità per spingere le loro pagine web più in alto. Ma se quei siti hanno più di un milione di pagine, quanta “spinta” devono davvero sfruttare?”
E ancora:
“Siamo nel profondo della nuova era dell’elaborazione del linguaggio naturale in cui AI, apprendimento automatico e algoritmi come BERT, Neural Matching, RankBrain, MUM lavorano tutti insieme per utilizzare le stesse parole e immagini dei siti Web per classificare i siti, riducendo l’influenza di segnali meno affidabili come i collegamenti”.
Insomma: i contenuti di qualità, tutti i contenuti, promuovono l’autorità online di un sito, che sia grande o piccolo!
CONCLUSIONI
Nel nostro lavoro vediamo realizzarsi quotidianamente quello che dice Mueller.
Nel nostro lavoro qui all’agenzia di comunicazione vediamo un po’ di tutto, in realtà, anche gli scherzi di una serp che fa salire un sito sul quale non lavoriamo da mesi ma che è stato costruito con contenuti di qualità dal primissimo giorno.
Con l’evoluzione degli algoritmi abbiamo l’impressione che vengano premiati gli sforzi del passato, quando invece di intasare di keyword una pagina prodotto, ci siamo presi la briga di costruire un contenuto soddisfacente per un utente che fosse in cerca di informazioni a riguardo.
Hasta la serp!