Web Marketing e Gaming: il mondo (quasi) inesplorato dei videogiochi

web-marketing-e-gaming

Lo sconfinato mondo virtuale dei videogiochi viene ostinatamente ignorato dal Marketing tradizionale e dal Web Marketing, mentre si tratta davvero di un Far West senza confini.

Le sue potenzialità sono per ora sfruttate in maniera primitiva, quando invece la sua dimensione tecnicamente infinita e la sua struttura che può esulare da regole fisiche e da leggi nazionali rendono il Gaming una terra oltre confine piena di un fascino dalle mille facce.

Giochi?
E a cosa giochi?

La superficie del mondo del Gaming: il Marketing in Real Life

Tacciare il mondo del gaming come mondo “di nicchia” è un errore grossolano, segno di un atteggiamento miope e premoderno, da dinosauri del nuovo millennio.

Certamente la community dei gamers può in parte godere di quel prestigio quasi esoterico di chi “è dentro”, snobbando i non-gamers, i quali li giudicano e li snobbano a loro volta.

Questa è sicuramente una delle leve che muovono le risorse attorno al mondo del gaming.

La capacità di aggregazione e immersione dei videogiochi migliori, la competitività e gli eventi in real life, hanno comunque generato e contribuito ad accrescere un’attenzione da parte dei produttori di articoli per giocatori.

Lasciamo per un attimo da parte la vendita di console e l’istituzione di piattaforme dedicate o parzialmente dedicate al gaming, come Steam e Play Store: qui viene “venduto” il gioco, o “regalato” non senza secondi fini, ma ci torneremo più tardi.

Ora vediamo come si muove il marketing attorno al giocatore fisico.

Il gioco non conosce la fretta: detto in altri termini, il piacere dell’esperienza di gaming va goduto senza interferenze, soprattutto quando si gioca online con altri giocatori in remoto.

Questo comporta la ricerca di un certo comfort, che parte dalla capacità di ricavare del tempo di gioco libero da impegni e interruzioni.

Una volta assicurato il tempo di gioco, che è un elemento che per la maggior parte esula dal marketing, tutto il resto può avere un prezzo.

Il desiderio di comfort del giocatore viene solleticato da tutta una serie di prodotti e arredi ergonomici come schermi, tastiere e mouse, postazioni complete.

Il tutto ricco di una miriade di dati puntuali che vengono compulsivamente confrontati dal gamer, capace di leggere pagine e pagine di schede tecniche per conoscere tutti i pro e contro di tessuti, materiali, device per l’illuminazione, traspirabilità dei rivestimenti, tempi di risposta a cifre così infinitesimali da andare al di là del percettibile.

Oltre alla postazione del gamer in senso stretto, esistono poi le vaste praterie del merchandising tradizionale, che soddisfano sia i cultori di specifici giochi, con abbigliamento e suppellettili a tema, sia i nerd più raffinati che acquistano i blasoni del loro status e ne godono con orgoglio.

Come vedi siamo sempre a livello della sciarpa da curva sud.

Web Marketing e Gaming: lo stato dell'arte in-game

I giochi a pagamento, dove si paga per avere il software completo e immediatamente fruibile al 100%, richiedono un esborso iniziale per poi generalmente lasciare il giocatore libero di godersi l’esperienza.

È possibile giocare gratis?
Come anticipato sopra, il gioco può essere gratuito, ma cosa viene regalato?

Il regalo, l’omaggio, non sono altro che cavalli di troia per trascinare i gamer in corridoi di proposte commerciali dove la primitività del Web marketing è sconcertante.

Il gioco gratuito chiede largamente alcune contropartite. Eccole:
• collegare il proprio profilo giocatore a Facebook
• sbloccare funzionalità extra, premi e livelli criptati pagando in denaro
• visualizzare pubblicità per velocizzare i tempi di attesa o recuperare vite
• invitare altri giocatori per ottenere premi/benefici/scorciatoie.

Tutte strategie di marketing che, mutatis mutandis, non si discostano dal Carosello degli anni 50-60-70.

gaming

Prendi la mia mano e vieni a vedere

Non so dove potremmo arrivare, ma questo mondo non ha confini e vedo la Luna a portata di mano.
Ecco, rompiamo subito la magia: secondo i dati di statista.com, il numero di gamers mondiali nel 2014 ammontava a 1.82 miliardi, con una proiezione probabilmente sottostimata di 2,7 miliardi di giocatori entro il prossimo anno.

Quindi si tratta di “magia” ben misurabile e ferocemente monetizzabile.
Ma come?

Non c’è una sola risposta, perché il marketing può essere estremamente creativo, innovativo e divertente, come nella storiella della torre della quale scoprire l’altezza utilizzando un barometro.

Oltretutto, il gaming è così vasto e poliedrico che una strategia di web marketing unica ha i minuti contati.

Per ora godiamoci una panoramica introduttiva sul mondo, o meglio, sugli universi del gaming.

Come mai una panoramica introduttiva viene messa alla fine dell’articolo?
Il diavoletto sulla spalla sinistra dice che è perché solo chi si è sforzato di leggere fino a qui avrà il premio, l’angioletto invece dice che è più bello salutarci con delle idee che poi ci lasceranno sognare eccitanti scenari di marketing per i prossimi giorni.

Un videogioco, indipendentemente dalla sua struttura, si presta a usi collaterali della piattaforma e dei tool.
Ecco un po’ di titoli che si sono prestati proprio bene ad usi collaterali:
Death Stranding
Call of Duty (forse sì e forse no)
Minecraft

Death Stranding: probabilmente il gioco più atteso degli ultimi mesi.
Death Stranding, senza spoilerare niente, è un gioco immersivo e suggestivo. Everyey definisce uno dei tratti del videogioco come “coefficiente di contemplazione”.

Il gioco offre al giocatore diversi momenti di meritato relax, in cui semplicemente godere del paesaggio o ascoltare la colonna sonora che ha accompagnato Sam: essa contiene, oltre alle musiche originali, una serie di brani di diversi autori pop.

Non è una novità assoluta, ma la portata della fama di Hideo Kojima ne fa un vero e proprio piacevole, indimenticabile, indolore, magistrale esempio di cross selling.

Andiamo avanti.

Call of Duty: il caso di Call of Duty è estremamente interessante per l’uso che si sospetta sia stato fatto delle features del videogioco.
Se ne è parlato su Forbes già nel 2015.

La news: i terroristi (che a seconda di chi riporta la storia diventeranno i trafficanti della Silk Road o l’ISIS o altri gruppi) hanno escogitato un espediente crittografico per comunicare senza essere intercettati: come?

Bastava incontrare il proprio socio all’interno del gioco e scrivere sul muro il messaggio da passare.
Per scrivere si usava una sventagliata di mitra contro l’edificio.
In questo modo era possibile comunicare al di fuori della chat scritta, che può essere controllata.

Che la storia sia accaduta esattamente in questi termini non ha nessuna importanza.
Quello che conta è che la piattaforma offra la possibilità di scrivere sulla pietra (o meglio sui mattoni) un messaggio, che ovviamente può essere anche “bevete Coca Cola”.

Minecraft: l’universo di Minecraft ha dinamiche eccezionalmente aderenti al mondo reale, e la sua diffusione ne fa una buona copia ben affollata del nostro mondo.

In questo caso, le news parlano di beneficenza e attivismo politico.
Il primo caso, la beneficenza: Minecraft ha ospitato un concerto per una raccolta fondi da destinare all’emergenza Covid, offrendo un’esperienza allo stesso tempo sociale e di gioco.

La news ha avuto un impatto tale da uscire dalla pseudo nicchia del gaming. Se gli eventi precedenti su Minecraft hanno avuto una risonanza che è rimasta sostanzialmente all’interno della community dei giocatori, le nuove modalità di gestione della socialità Covid, che diventa virtuale per tutti, ne hanno fatto un evento planetario.

Sul fronte attivismo, Minecraft si è anche dimostrata una terra di nessuno accessibile a tutti.
La Ong Reporter Senza Frontiere ha dato spazio a un numero crescente di articoli censurati in alcuni stati, rendendoli liberamente consultabili all’interno della Uncensored Libray.

gaming-2

Il Web Marketing e la definizione del problema

Si parla spesso di uscire dagli schemi per non proporre strategie già viste, format triti e ritriti.
La riflessione ad alta voce sul gaming è per incantarci insieme di fronte alle potenzialità dello spazio davvero virtuale delle piattaforme di gioco e dei loro contenuti.

Esiste uno spazio immenso, con un livello di libertà a 360°, tale che rischia di annichilire un creativo da quanto è vasto.
È il mondo del gaming.
Perché non condividere con tutti questa riflessione?
Le idee non sono come le cose: se io ti do un euro e tu mi dai un euro, alla fine avremo sempre un euro a testa, ma se io ti do un’idea e tu mi dai un’idea…

La definizione del problema, nel marketing come in tutte le altre discipline, contiene già i limiti della risposta e riduce drasticamente il range di soluzioni possibili.

Lo stimolante mondo del gaming sfida e chiama l’avventuriero, l’innovatore, il sognatore, il coraggioso, il diverso, l’inventore.

Alla prossima.

Lascia un commento