Conosciamo i marchi per il loro nome e per il loro logo.
Ma cosa sta dietro a questi nomi?
Qual è il loro percorso di naming?
E come si chiama la tua azienda?
A COSA SERVE IL NAMING?
Il naming è la prima cosa che si fa quando si inizia un qualsiasi business: ci si dà un nome.
Spesso questo step è affidato ad una agenzia di comunicazione che conosca bene l’abc del processo di naming e che sia abbastanza esperta da non mettere il piede in fallo commettendo errori che poi ci si trascina dietro per molto tempo (come ad esempio scegliere un nome già in uso!)
Il processo di naming solitamente mira quindi a:
- dare identità
- evocare valori o caratteristiche del servizio
- rendere il servizio riconoscibile
Nella pratica si cerca un nome che sia:
- originale
- gradevole ed orecchiabile
- facile da memorizzare (questo punto fa molto bene agli affari)
- in grado di distinguersi dalla concorrenza
Vediamo come sono nati i nomi di 5 marchi molto famosi. Buona lettura!
COCA-COLA: LA RICETTA SEGRETA
La segretezza della ricetta della Coca Cola è uno dei più famosi misteri del mondo dei consumi!
Con quello che risulta, oggi, come uno scherzo, Coca-Cola prende il nome dai due principali ingredienti della bevanda: le foglie della pianta di coca e le noci della pianta di cola.
La notorietà della bevanda Coca-Cola è tale che ha dato il nome all’intera compagnia, ufficialmente The Coca-Cola Company, che produce anche molte altre bevande (Sprite, Powrade, Fanta etc).
Tornano al processo di naming, si tratta di un processo avvenuto quando ancora le agenzie di comunicazione non esistevano: il nome fu inventato alla fine dell’Ottocento dai produttori, mettendo semplicemente in fila i nomi degli ingredienti distintivi (che poi furono sostituiti).
Con la stessa semplicità il logo venne creato scrivendo il nome del prodotto con uno dei font più comuni dell’epoca.
È come se oggi “inventassimo” il marchio “acqua e menta” e come logo usassimo la scritta “acqua e menta” in Times New Roman.
IKEA: CHI E DOVE
Ikea è un nome che utilizza una tecnica diffusissima per il naming: l’acronimo.
Anche qui non si fanno grandi voli di fantasia. Essendo sostanzialmente un mobilificio, pareva che le iniziali del proprietario (Ingvar Kamprad) e delle due città in cui era cresciuto (Elmtaryd e Angunnaryd) fossero più che sufficienti.
Molto dritto e burocratico!
Cosa possiamo dire in questo caso?
Che la semplicità del naming torna anche nella semplicità dei prodotti, che è anche la base del successo di Ikea: semplicità e omologazione.
NOKIA: IO VENGO DA QUI
Nokia è famosa per l’indistruttibile 3310.
Duro e puro.
Qual è stato il processo di naming?
Parliamo di un naming vecchio di 157 anni, quindi niente agenzia di comunicazione nemmeno qui.
Però parliamo di un percorso che ha ancora una parte di validità importante anche oggi.
Nokia è infatti il nome del villaggio in cui è sorta l’azienda, che inizialmente era una cartiera situata proprio a Nokia, in Finlandia.
Perché abbiamo detto che il percorso, chiamiamolo geografico, vale ancora oggi?
Perché esistono luoghi o città con un grande potere evocativo e il loro nome può essere incluso nel naming (nome del brand) o del payoff (lo slogan).
Pensiamo ad esempio a Parigi, Londra, New York, Firenze, Venezia, la Provenza, l’Oceano Pacifico o il Mediteranneo e così via.
Citiamo come esempio Club Méditerranée, Maybelline New York, I Provenzali o L’Oreal Paris.
AMAZON: SOMETHING BIG
La leggenda narra che Bezos scelse il nome utilizzando questi parametri:
- doveva iniziare per A
- doveva essere il nome di qualcosa di enorme
- doveva essere qualcosa di “esotico e diverso dal solito”
Il nome del fiume più lungo del mondo (e della foresta battezzata addirittura “polmone del mondo”) sembrava proprio perfetto.
Possiamo dire che Bezos sarebbe il cliente ideale di un’agenzia di comunicazione incaricata del naming, perché aveva in mente dei parametri ben precisi.
Infatti i problemi sorgono quando il cliente dà indicazioni vaghe e inconsistenti, ad esempio vuole “qualcosa di bello”, o quando è molto confuso nell’esporre i suoi desideri, e chiede “qualcosa di sexy, che sia anche un po’ medievale e natalizio e soprattutto che piaccia ai proprietari di piscine sportive”.
Eh, l’è dura.
VOLKSWAGEN: IO FACCIO QUESTO
Chiudiamo con una marca che descrive in modo quadratissimo il concetto del proprio prodotto: Volkswagen significa letteralmente “auto del popolo”.
Sapendo che in tedesco le parole composte possono essere terribilmente lunghe, possiamo dire che fortunatamente si trattava di “auto del popolo” e non di “assicurazione per spese legali” o il suo nome sarebbe stato “Rechtsschutzversicherungsgesellschaften”.
Come si chiama il tuo brand?
A chi ti sei affidato per il naming?
Sei soddisfatto del risultato?