Cosa ti viene in mente quando si parla di pubblicità online?
I banner della concessionaria della tua provincia che praticamente regala i SUV invenduti?
I pop-up in cui scopri quello che tutti i dermatologi vogliono tenere segreto?
Le pubblicità delle finanziarie che ti danno fino a 5.000 euro senza busta paga?
WEB MARKETING E PUBBLICITÀ: PERCHÉ SONO UNA COMBO VINCENTE
Il marketing online non è solo annunci molesti, che più il sito è brutto più intralciano la navigazione, anzi non dovrebbe proprio essere niente di tutto ciò!
Parliamo del web marketing fatto bene, della creatività online che ti fa innamorare dei prodotti, che ti fa emozionare con le musiche composte ad hoc. Quello bello, insomma.
Il bel marketing di una volta, con le pubblicità lunghe e belle, torna proprio negli spazi web per fare comunicazione senza ansia.
Perché web marketing e pubblicità sono una combo vincente?
Perché non subiscono quella compressione che invece viene data alla pubblicità tradizionale: pochi secondi in radio o un tv, pochi cm quadrati di spazio in una pagina di giornale. Il web ha ancora spazi da far west: un contenuto può essere reso virale dal marketing online, o dalla sua intrinseca genialità.
Mentre la pubblicità compressa cerca in ogni modo di catturare la tua attenzione, chi vuole comunicare sfruttando gli spazi sconfinati delle praterie online lo può fare e creare contenuti pubblicitari di qualità.
Ancora, una pubblicità tradizionale può sconfinare nel web per dare vita a uno spin-off.
Qui parleremo di come uno stile molto particolare, quello del making of, può dare forza e spessore alla comunicazione pubblicitaria.
MAKING OF: VOGLIO VEDERE COME È FATTO
Ci concentriamo su un format particolare di contenuto comunicativo: il making of, cioè la creazione di un contenuto, il dietro le quinte, l’area curiosa che di solito non viene mostrata.
Proprio perché solitamente vediamo un bel prodotto finito e ben confezionato, ci stuzzica poter dare un’occhiata a quello che sta dietro. Questa è anche la fortuna dei documentari (veri o falsi, come i mokumentary), la fortuna delle collezioni di bloopers (errori e papere che non vanno in onda, se non in una traccia extra di un film) e in generale la base del successo dei format che mostrano il duro lavoro che sta dietro alle persone arrivate o ai prodotti acclamati.
Ecco la nostra top 3 degli spot creati proprio con l’intento di farci sbirciare nel loro making of.
ACCATTATEVILLO: 30 SECONDI SU 31 DI MAKING OF
In largo anticipo sulla venuta del web marketing, qui abbiamo un esempio di prodotto di una agenzia di comunicazione che ha preso una posizione insolita: puntare tutto sul making of di uno spot.
La pubblicità del Parmacotto, che ha tanti anni quanti ne hanno metà delle persone che leggeranno questo articolo, è ancora bella viva e lo slogan-sberleffo “accattatevillo” ha superato i confini dei dialetti per diventare un meme ante litteram.
Com’è fatta la pubblicità: il set magnifico viene attraversato da una Sofia Loren seguita e attorniata da uno stuolo di hostess, comparse, tecnici, adoratori, tra i quali spicca un mini produttore tutto preso a ripetere i pro del prodotto, le cose che Sofia deve dire quando inizieranno le riprese nella sfarzosa sala da pranzo del palazzo.
Quindi noi sappiamo tutto sulla vaschetta e sul prosciutto solo perché il tizio del fuori onda ripete ansiosamente tutte le informazioni.
Ma niente, non ce la fa.
Sofia Loren arriva sul set, si siede e: “Accattevillo”.
Il ciack inutile si chiude e non sapremo mai quale potrebbe essere stato lo spot per il quale centinaia di persone lavoravano spasmodicamente.
Qui il video.
VAN DAMME PER VOLVO: LA SPACCATA EPICA!
La pubblicità della Volvo è un esempio di prodotto a dir poco adamantino: l’atleta e attore Jean-Claude Van Damme si esibisce in una spaccata giustamente definita epica, posando i piedi sugli specchietti di due camion che corrono in retromarcia e si distanziano per permettere a Van Damme di esibire tutta la sua tecnica.
Qui la pubblicità.
Si tratta di una pubblicità pensata per la tv: le immagini vanno proprio godute su uno schermo a tanti pollici e con un audio che esalti la colonna sonora e il monologo dell’atleta: “Ora sono qui davanti a voi. Quello che vedere è un corpo scolpito alla perfezione, un paio di gambe realizzate per piegare le leggi della fisica, e una mente in grado di controllare la più epica delle spaccate”. Alla fine del filmato, lo slogan: “Questo test è stato eseguito per dimostrare la stabilità e la precisione del Volvo Dynamic Steering”.
Oltre ad essere stata vista e rivista in tv, la Epic Split è approdata su Youtube con oltre 100 milioni di visualizzazioni, e con un dettaglio in più, che è proprio quello che ci interessa.
Grazie alle potenzialità del web, il reparto marketing della Volvo ha potuto produrre e pubblicare il video del making of della Epic Split, ad una frazione del costo per la tv e senza limiti di tempo. Qui il video.
Si tratta di un making of emozionante: Van Damme titubante mentre il rappresentate della Volvo gli spiega che è in una botte di ferro, che il sistema Volvo Dynamic Steering è veramente efficiente e che i piloti sono professionisti, che tutto andrà bene. Van damme ad un certo punto, già sudatino, chiede: “Posso guidare quei camion?”.
I cinque minuti di making of, tuffati nel web marketing, servono a divertire, spiegare, interessare e approfondire, a dare tantissima linfa alla potenza dello spot originale. Lo spot Volvo è diventato virale grazie al web marketing, inspirando una coda di imitatori e fan che non si è ancora sopita.
Fra gli imitatori c’è anche un finto Chuck Norris che punta ad essere ancora più epico.
IPHONE 13 PRO: MAKING OF DI UN VERO FILM
Apple decide di fare le cose alla grande. Con uno spot di 23 minuti che è praticamente un film, mette in scena un vero e proprio documentario sul making of di una storia fantascientifica, ideata, recitata e prodotta dagli abitanti di uno sperduto villaggio cinese.
L’esaltazione della bontà tecnologica del modello di smartphone fa un bel duetto con le scene dei cinesi che si arrabattano per ricreare una missione marziana sulla terra, facendo di necessità virtù e trasformando trattori, asini e cisterne in razzi, alieni e rover.
L’agenzia di comunicazione ha usato il making of come filo rosso dell’intera pubblicità, che sfiora oggi le 300 mila visualizzazioni. Viene penalizzata la lunghezza del video, eccezionalmente lungo per una pubblicità. Basti pensare che lo spot “Run baby run”, sempre per iPhone 13, nello stesso tempo dalla pubblicazione è a quasi 9 milioni di visualizzazioni su YouTube.
È tanto?
È poco?
È più del numero di italiani che hanno visto Titanic al cinema.
TROPPO FACILE PER UN’AGENZIA DI COMUNICAZIONE?
Lo stile “making of”, che sia il cuore di una pubblicità o un suo spin-off come nell’ultimo esempio, è uno stile molto preciso e riconoscibile, e quando è ben fatto fa colpo. Perché allora non viene utilizzato di più dalle agenzie di comunicazione?
Perché la pubblicità, con la sua estensione nel web marketing, deve sempre riuscire a catturare l’attenzione del pubblico, sempre in bilico fra stupire l’audience con un prodotto comunicativo nuovo e coccolarla col prodotto comunicativo di moda. Abusare di uno stile alla lunga stanca.
Come si fa allora a sfondare?
Ci vuole tanto lavoro, occhio, ed esperienza, e come diciamo sempre: affidatevi a dei professionisti!
Alla prossima!