COME CAPIRE LA GUERRA IN UCRAINA

agenzia di comunicazione bandiera ucraina

Quanto è complicata la guerra in Ucraina?

Quanti elementi sono in gioco? Come distinguere le notizie affidabili dalle fake news?

Oggi la nostra agenzia di comunicazione cercherà di dare degli strumenti per dipanare la matassa di informazioni che ogni giorno arrivano nei nostri media.

AGENZIA DI COMUNICAZIONE: MODALITÀ INFO UTILI

Come agenzia di comunicazione troviamo particolarmente interessante tutto quello che riguarda l’uso dei mass media, che oggi sono presenti e accessibili in una varietà disarmante.

Non parleremo di media tradizionali: niente tv, radio e giornali.

Parleremo invece di risorse online accessibili con grande facilità: canali telegram, pagine social, siti web ufficiali e tematici.

La guerra in Ucraina viene raccontata in molti modi, e può essere compresa un po’ meglio andando alla fonte delle notizie.

Abbiamo già dedicato un articolo ai media tradizionali, evidenziando come “l’affidabilità dell’informazione è un premio che costa fatica”.

La fatica, in questo caso, sta nel leggere per intero noiosi report ufficiali e nello spulciare le breaking news in ucraino e russo, prima che vengano selezionate e predigerite per ogni singolo pubblico nazionale dell’occidente.

Preliminarmente possiamo dire che se il conflitto in corso fosse una storia sarebbe un noir, un racconto in cui il lato oscuro di tutti i personaggi e macro-personaggi è molto accentuato.

Cercare i buoni e i cattivi è difficile e probabilmente inutile, mentre una lettura storico-politica e una visione d’insieme possono restituire la complessità di dinamiche geopolitiche che toccano anche noi.

Buona lettura.

GUERRA IN UCRAINA: GLI SCHIERAMENTI

Partiamo con un excursus sugli schieramenti in campo, ben riassunto dal canale telegram Bellum Acta:
agenzia di comunicazione schieramenti bellum acta

Vediamo che in difesa dell’Ucraina c’è praticamente chiunque.

I contributi militari arrivano da gruppi politici e non politici, inclusi combattenti provenienti dalle nazioni ostili.

Per quanto riguarda invece il fronte opposto, ad ora il sostegno completo alla Russia arriva unicamente dalla Bielorussia, con messaggi contrastanti di altre nazioni, che a seconda della fase del conflitto e di situazioni contingenti (elezioni nazionali, sanzioni, braccio di ferro sul gas, chiusura degli spazi aerei) si sono espresse con vari livelli di cautela.

A livello globale, la votazione dell’Onu per la condanna dell’invasione del 5 marzo mostra una netta vittoria delle nazioni a favore della condanna della Russia, con alcuni dati che vanno però evidenziati.

Intanto i numeri e le percentuali, tenendo a mente che i votanti sono 180 paesi:

  • a favore: 141 paesi, cioè il 78,3%
  • contrari: 5 paesi, cioè il 2,8%
  • astenuti: 34 paesi, cioè 18,9%

 
Togliendo Russia e Ucraina possiamo rileggere i voti, su un totale ora di 178 paesi:

  • a favore: 140 paesi, cioè il 78,7%
  • contrari: 4 paesi, cioè il 2,2%
  • astenuti: 34 paesi, cioè il 19,1%

Le percentuali cambiano di poco, ma togliendo le parti in causa dall’equazione crescono le percentuali dei paesi a favore della condanna e neutrali, mentre cala solo la percentuale dei paesi contrari alla condanna.

Togliendo anche la Bielorussia, stretta alleata russa, le percentuali mostrano un’opposizione all’invasione ancora più netta.

Ora contiamo solo favorevoli e contrari:

  • a favore: 140, cioè il 97,2%
  • contro: 4, cioè il 2,8%
agenzia di comunicazione veneto onu

Questo significa che all’inizio delle ostilità, togliendo i paesi neutrali, principalmente africani, e le parti in causa, l’Onu si è mostrata straordinariamente compatta contro la Russia.

Per capire la forza di questo risultato cerchiamo di dare un termine di paragone.

27 ottobre 2016, si vota per il Trattato di messa al bando delle armi nucleari.

Prendiamo questo tema perché il sentimento generale ufficiale è quello del no alla bomba atomica. 

I risultati, con 177 paesi votanti:

  • a favore del bando: 123, cioè il 69,5%
  • contrari al bando: 38, cioè il 21,5%
  • astenuti: 16, cioè il 9%

Una nota di colore: l’Italia ha votato no allo stop alle armi nucleari.

Ora contiamo solo favorevoli e contrari:

  • a favore del bando: 123, cioè l’88,5%
  • contrari al bando: 16, cioè l’11,5%

Vediamo che, perfino su un tema “facile” come lo stop alle armi nucleari, l’Onu era molto più indecisa rispetto alla guerra in Ucraina.

Le ragioni sono almeno due, ma non ne parleremo eheheh.

LA PROPAGANDA, LA CENSURA, LE FAKE NEWS: I CANALI TELEGRAM DI GUERRA

Se la guerra del Golfo è stata la prima guerra “in diretta”, l’invasione dell’Ucraina è un evento social e mediatico decisamente popolare come non mai, un vero primato storico.

L’accesso non solo alla fruizione dei contenuti, ma la possibilità di creare e diffondere contenuti è alla portata di tutti.

Notizie, immagini, blog, mezze notizie, video, dirette possono essere create e diffuse da qualsiasi attore.

Abbiamo quindi la possibilità di fruire dei racconti diretti, più o meno artefatti e faziosi, delle parti in causa. Si tratta di materiale abbondante, ma decisamente affetto dagli stessi bias della comunicazione tradizionale: propaganda, censura e fake news.

Le parti interessate sono principalmente Russia e Ucraina e i canali che usiamo come riferimento sono:

  • Vesti Ru 24 (canale di news e dirette russo, riporta notizie di agenzia), oltre 120.000 iscritti
  • Bellum Acta (canale dedicato alle news di guerra, riporta notizie di collaboratori e agenzia), oltre 73.000 iscritti
  • Polkazov (canale del Battaglione Azov, principalmente diffonde contenuti propri), oltre 220.000 iscritti
  • Kyiv City Official (canale ufficiale della città di Kiev, principalmente contenuti propri dedicati alla cittadinanza), oltre 478.000 iscritti
  • Estero 24 (news internazionali in italiano, riporta notizie di agenzia), circa 10.000 iscritti
  • Ultimora Net (breaking news in italiano, riporta notizie di agenzia) oltre 66.000 iscritti

I primi tre canali sono pesantemente schierati (autocelebrazione, propaganda, letture faziose di fatti e immagini), mentre gli ultimi tre sono più neutrali e con scopi diversi (informazione, gestione delle emergenze locali, pubblica utilità).

Da qui possiamo procedere.

Innanzitutto cos’è la propaganda?

Si tratta di un tipo di comunicazione in cui vengono diffuse informazioni selezionate, manipolate o inventate con lo scopo di ottenere consenso e/o appoggio dell’opinione pubblica.

La propaganda è un male o è un bene?

Diciamo che la propaganda è partigiana, quindi se viene utilizzata dalla “nostra” fazione ci appare come un ragionevole mezzo per migliorare le “nostre” condizioni, viceversa quando subiamo azioni di propaganda contraria ai nostri interessi allora veniamo in qualche modo danneggiati.

Per quanto riguarda il conflitto attuale, possiamo distinguere la propaganda dall’informazione “selezionata”, sempre rimanendo all’interno dei mezzi di comunicazione non tradizionali.

Informazione selezionata: in questo caso vale la pena citare il canale telegram di Bellum Acta, che ha il “pregio” di essere scritto in inglese e quindi di comprensione immediata per un pubblico internazionale. Il canale non fa mistero del proprio orientamento politico.

Leggendo 10 notizie a caso, si avranno 10 testi con:

  • critiche verso il governo ucraino e le forze ucraine e filo-ucraine
  • report sui successi delle forze russe e filo-russe
  • prese in giro di qualsiasi comunicazione ucraina e filo-ucraina

La moderazione esclude i messaggi e consente solo le reaction ai singoli contenuti, e si nota che il pubblico di iscritti è per almeno i due terzi su posizioni filo-russe.

Bellum Acta, più che propaganda, propone un canale fatto da e per una fazione ben determinata, ammettendo dall’inizio la propria affiliazione politica e la non neutralità.
Speculare a Bellum Acta abbiamo il canale Azov Mariupol. Altra voce di estrema destra ma filo-ucraina, direttamente da Mariupol (città di fondazione del Battaglione Azov ed epicentro degli scontri più duri di questi giorni).

Si parla invece di propaganda quando i messaggi sono confezionati appositamente per fuorviare l’opinione pubblica.

Ecco un esempio dal notiziario russo Vesti (ВЕСТИ) che in una clip mostra la “vera faccia” dell’occupazione russa di Mariupol. Di seguito alcune immagini tratte dal servizio:

agenzia di comunicazione propaganda 1
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agenzia di comunicazione propaganda 3
L’esercito russo è stato evidentemente inviato a coccolare cani, gatti e vecchietti, e sicuramente non a:
agenzia di comunicazione e grafica bombardamento a mykolaiv

La censura è uno strumento di governo.

Prendiamoci un minuto per assimilare la nozione.

La censura è un male o un bene? Come appena detto, la censura è uno strumento di governo e serve per non far circolare informazioni che possono minare la capacità di gestione di un popolo, un gruppo, una comunità.

Ora, in Russia la censura sta andando fuori controllo. Leggi speciali per zittire chi divulga false notizie (ovvero qualsiasi persona dica “a” contro il regime) con pene detentive esagerate, arresti di piazza per chi inneggia contro la guerra o mostra cartelli con scritto “STOP WAR”, arresti di chi va in piazza con fogli bianchi o con fogli con scritto esattamente “due parole”  (qui si nota l’arresto di un’intervistata che era a favore dell’invasione e stava per esprimere soddisfazione per le decisioni di Putin, portata via solo per aver parlato coi giornalisti).

Quando un governo utilizza la censura per evitare la diffusione del panico (ad esempio durante la gestione delle prime fasi della pandemia, o della catastrofe incombente dovuta al cambiamento climatico) sta mantenendo la pace sociale per lavorare senza pressioni in un’ottica di medio-lungo periodo.

Quando un governo utilizza la censura per secretare temporaneamente alcune informazioni tecniche, politiche, militari o di intelligence lo fa per salvaguardare la sicurezza nazionale.

Quando un governo usa la censura per mutilare l’informazione, intende invece radere al suolo l’opposizione e qui la censura non è uno strumento di governo ma un’arma al servizio della dittatura.

Le fake news sono all’ordine del giorno in questo conflitto, e sono un “oggetto comunicativo” che può rientrare sia nell’ambito della propaganda sia in quello della censura.

Come facciamo a dire che le fake news sono così numerose? 

Basta osservare come il medesimo avvenimento (un bombardamento, l’interruzione di un corridoio umanitario, la distribuzione di aiuti alla popolazione, il conto delle perdite di un esercito) viene raccontato in due modi diversi dalle due opposte fazioni, quindi delle due l’una.

Per quanto riguarda la maggior parte delle fake news è sufficiente usare il buonsenso e cercare di avere una visione d’insieme degli interessi delle due parti, per poter scremare le notizie anche solo a livello della loro plausibilità. 

Per molte altre notizie controverse bisognerà attendere la fine delle indagini ufficiali.

Alla fine delle ostilità, dato il terreno delicatissimo del conflitto e dato il lungo tempo perché le polveri si posino, e senza dimenticare la fragilità geopolitica dell’area più vasta fra Europa e Russia, bisogna rassegnarsi ad un fatto: molti fatti resteranno segreti probabilmente per anni o per decenni, per permettere il consolidamento di uno status quo che dia stabilità.

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AGGIRARE LA CENSURA, LA PROPAGANDA E LE FAKE NEWS

Con le nuove leggi russe a sfavore dell’informazione libera, il ricorso ai mass media tradizionali è equiparabile a mangiare sale per togliersi la sete.

La diffusione di device personali in Russia ha portato alla ricerca della soluzione domestica contro la censura, la propaganda e le fake news: dopo l’oscuramento di larghe fette di web, si è ricorsi alle app che permettono di saltare il blocco.

Se prima della crisi le app più popolari in Russia erano simili a quelle occidentali (fotoritocco, videocall, shopping), ora il podio vede VPN, VPN, VPN:

agenzia di comunicazione vpn in russia

Qui il link all’inchiesta pubblicata dall’Economist

Con una VPN è possibile far apparire il proprio collegamento come se non fosse in partenza dalla Russia, ma da un posto qualsiasi nel mondo, restituendo l’eccesso ai contenuti oscurati.

In coda a questa sezione riportiamo anche 3 canali Instagram dedicati all’utenza italiana:

LA QUESTIONE DEL BATTAGLIONE AZOV

Un elemento molto problematico nella crisi ucraina è la presenza del famigerato Battaglione Azov, gruppo paramilitare nato a Mariupol nel 2014 e dopo poco incluso nelle forze armate nazionali.

Il problema è la presenza di un corpo militare che nasce con ispirazione dichiaratamente nazista, oltretutto riconosciuto velocemente dallo stato.

Come abbiamo visto all’inizio, i gruppi a sostegno dell’Ucraina sono molti e molto diversi e le dinamiche che oggi spingono ad essere uniti contro l’invasione russa potrebbero lasciare un caos ideologico e di rivendicazione di autorità alla fine del conflitto.

Potrebbe esserci il miracolo della pace dei popoli, o potrebbe esserci la guerra civile: l’instabilità e il protrarsi di attriti sociali e politici è lo scenario più probabile, e molta della forza futura dei movimenti si sta giocando ora con i successi in battaglia e nella comunicazione.

Qui un articolo di approfondimento di Open che dà una panoramica degli avvenimenti recenti. 

COME SI VIVE IN GUERRA

Il nostro paese non vede una guerra sul proprio territorio da 80 anni.

I nostri nonni ci possono dire com’era quando da bambini i soldati tedeschi affamati arrivavano nella loro fattoria a chiedere pane, latte, l’uso del bagno, come i russi hanno brutalizzato le loro famiglie, come non hanno avuto notizie dai loro papà perché erano stati catturati, come la vicina portava le lettere su e giù dalla città alla campagna, come da bambini venivano portati con fratelli e cugini a decine di km dalle grandi città per fuggire dalle bombe, come dopo la guerra un loro compagno è morto giocando con un ordigno inesploso.

Oggi queste memorie sono dimenticate e sepolte e non sappiamo più come si vive in guerra.

In Ucraina si sta realizzando una fuga, per la maggior parte dei profughi temporanea, per scappare dai territori pericolosi. A fuggire sono principalmente i bambini, a volte accompagnati e a volte no, perché sono i più vulnerabili e perché possono ostacolare la resistenza.

Molti ucraini restano nelle città per combattere e per permettere alla resistenza di sopravvivere.

La gestione della vita a Kiev passa anche da telegram.

Il canale cittadino dirama gli allarmi antiaereo in ucraino e inglese, gli avvisi di cielo libero in ucraino e in inglese, e diffonde notizie di gestione di emergenza della cosa pubblica, tutto tramite Telegram.

Telegram informa sulle risorse locali e sugli allarmi. Tutte le notizie urgenti (allarmi e situazioni di pericolo, news importantissime) sono in due lingue, mentre le informazioni di servizio, seppur eccezionali, sono solo in ucraino.

Dal canale si accede ai link alle risorse web esterne, come il sito del comune di Kiev.

Vediamo come TV e giornali siano estremamente marginali in questa situazione e che invece siano proprio i social e il web a mantenere l’ossatura dell’organizzazione.

agenzia comunicazione kiev municipalità

Cosa si trova nelle risorse online di Kiev?

Ecco alcuni esempi che permettono di capire come si vive in guerra:

  • organizzazione del traffico e trasporto pubblico: quali linee sono attive e con che percorsi alternativi (dovuti alle macerie);
  • gestione rifiuti: si chiede di differenziare con attenzione almeno i rifiuti organici, si chiede, per chi riesce, di pagare il servizio alla società di raccolta rifiuti perché sta effettuando un extra lavoro per la rimozione delle macerie e deve essere mantenuta efficiente;
  • scuola: si torna in classe, anche se online, dopo la sospensione di ogni servizio dovuta alla guerra. Niente esami e niente valutazioni negative, solo supporto, ripasso e mantenimento della socialità e del rapporto con compagni, educatori ed educatrici;
  • elenco degli esercizi aperti e loro localizzazione. Fra gli esercizi di prima necessità sono elencati alimentari, farmacie, negozi per animali e distributori di carburante.
  • Ringraziamenti per chi ha deciso di rimanere e di permettere che la vita continui in città.

Vediamo qui sotto, nell’elenco degli eventi passati, il momento in cui a Kiev si è passati dalla pace all’allerta, e da qui alla guerra.

agenzia di comunicazione allerta kiev prima della guerra

CHI ANALIZZA LA GUERRA

C’è chi fa la cronaca e dà le notizie: come agenzia di comunicazione sappiamo bene che questa è la parte “facile e divertente”, pensata per tutti.

C’è poi la parte più tecnica, più faticosa e più lunga della raccolta e dell’analisi dei dati. Ma niente paura, abbiamo selezionato due perle disponibili liberamente online per saperne davvero di più e capire meglio la guerra in Ucraina e i suoi possibili esiti e risvolti.

Iniziamo con Tom Cooper, storico e studioso dei conflitti degli ultimi decenni, autore di numerosi volumi dedicati alle guerre nel mondo. 

Oltre al lavoro di studio e scrittura, per la soddisfazione di tutti noi Tom Cooper ha un profilo Facebook aperto in cui pubblica le analisi dei fatti e delle strategie che si possono ricavare sulla situazione Russia-Ucraina.

Qui un suo recente recap degli ultimi avvenimenti

Gli articoli di Tom Cooper sono di taglio divulgativo e utilizzano diversi accorgimenti per permettere a chiunque, anche a chi legge le sue analisi per la prima volta, di capire tutto ed essere al passo. Ad esempio, premette la lista delle abbreviazioni, molto utili anche per leggere le notizie originali sulla guerra, eccole:

Abbreviations

  • CAA — Combined Arms Army (Russia)
  • BTG — Battalion Tactical Group (700–800 troops, Russia)
  • GCAA — Guards Combined Arms Army (Russia)
  • GMRD — Guards Motor Rifle Division (Russia)
  • GTA — Guards Tank Army (Russia)
  • GTD — Guards Tank Division (Russia)
  • Keystone Cops in Moscow — Ministry of Defence (Russia)
  • LOC — Line of Control (old frontline between Ukraine and Separatists in the Donbass)
  • MBT — main battle tank
  • Mech — Mechanised Brigade (Ukraine)
  • MRB — Motorised Rifle Brigade (Russia)
  • MRD — Motorised Rifle Division (Russia)
  • RFA — Russian Federation Army
  • South OSK — Southern Military District (Russia)
  • VKS — Vozdushno-kosmicheskiye sily (Air-Space force, Russia)
  • West OSK — Western Military District (Russia)

Un’altra risorsa di capitale interesse è il sito di Understanding War, dell’Institute for the Study of War.

Il sito propone il recap quotidiano delle giornate di conflitto, con analisi dei dati, la loro contestualizzazione in una visione di più ampio respiro, le mappe aggiornate dell’occupazione dei territori. I report si trovano in ordine cronologico alla voce Publications del menu.

Ogni report è ben fatto ed è così organizzato:

  • panoramica
  • punti chiave
  • lettura approfondita
  • disclaimer
  • fonti
  • allegati

Il disclaimer recita: “Non riportiamo in dettaglio il deliberato attacco russo alle infrastrutture civili e gli attacchi ai civili disarmati, che sono crimini di guerra, perché tali attività sono ben coperte dai media occidentali e non influiscono direttamente sulle operazioni militari che stiamo valutando e prevedendo. Continueremo a valutare e riferire sugli effetti di queste attività criminali sull’esercito e sulla popolazione ucraini e in particolare sui combattimenti nelle aree urbane ucraine. Condanniamo completamente queste violazioni russe delle leggi sui conflitti armati, delle Convenzioni di Ginevra e dell’umanità anche se non le descriviamo in questi rapporti.”

Nel sito è possibile accedere alla sezione Chi Siamo e poter vedere la lista dei membri dell’Istituto. Riportiamo questa informazione perché si tratta di uno sforzo di trasparenza e di una buona pratica per chiunque faccia informazione in qualsiasi ambito.

Our Board Members

  • General Jack Keane (US Army, Retired), Chairman, Institute for the Study of War; President, GSI, LLC
  • Dr. Kimberly Kagan, Founder & President, Institute for the Study of War
  • The Honorable Kelly Craft, Former US Ambassador to UN and Canada
  • Dr. William Kristol, Director, Defending Democracy Together
  • The Honorable Joseph I. Lieberman, Senior Council, Kasowitz Benson Torres & Friedman, LLP
  • Kevin Mandia, Chief Executive Officer & Board Director, Mandiant
  • Jack D. McCarthy, Jr., Senior Managing Director & Founder, A&M Capital
  • Bruce Mosler, Chairman, Global Brokerage, Cushman & Wakefield, Inc.
  • General David H. Petraeus (US Army, Retired), Member, KKR & Chairman, KKR Global Institute
  • Dr. Warren Phillips, Lead Director, CACI International
  • Colonel William Roberti (US Army, Retired), Managing Director, Alvarez & Marsal

Link utili:

INFO UTILI DA PORTARE A CASA

Ci sono alcuni aspetti della crisi ucraina che sono stati importanti nelle diverse fasi del conflitto.

Ne vediamo 3, per la loro importanza non solo in questo conflitto ma in numerose altre situazioni eccezionali o di emergenza.

Primo aspetto: gli attacchi alle centrali nucleari, soprattutto all’area di Chernobyl.

Hanno fatto molto scalpore, principalmente per due motivi.

Il primo motivo è emotivo ed è relativo al fatto di essere italiani e di aver espresso il no al nucleare a seguito dello spavento per l’incidente di Chernobyl. Dire Chernobyl, qui, è come dire Frau Blucher.

Il secondo motivo, di portata concreta, è relativo al mix energetico ucraino, che conta molto sul nucleare, e al ruolo di hub energetico che ancora Chernobyl ricopre. Per poter leggere bene le notizie è importante:

  • sapere cos’è il sievert e quali effetti ha l’esposizione alle radiazioni
  • usare le mappe per capire qual è il livello di radiazioni al quale siamo abitualmente esposti
  • usare le mappe per vedere il livello delle radiazioni in particolari aree e periodi

Save Eco Bot è un servizio di rilevazione di radiazioni, gas, PM attivo in diversi paesi, compresi Italia e Ucraina. Da alcuni giorni non ci sono i dati delle zone occupate o con conflitti in corso, ma è un servizio veloce e affidabile, multilingua e con tantissimi parametri per conoscere la qualità dell’aria. Insomma, è davvero una risorsa sempre utile.

Safecast è un’altra mappa live con stazioni principalmente in Europa centrale, Usa, Giappone e Australia che però monitora anche l’area di Chernobyl. Anche questa molto utile per essere sempre aggiornati su cosa succede all’aria che respiriamo.

agenzia di comunicazione radiazioni 2
agenzia di comunicazione radiazioni

Secondo aspetto: la chiusura degli spazi aerei.

La chiusura degli spazi aerei è un metodo usato di frequente nei conflitti per escludere gli aerei civili dalle azioni (e reazioni) delle difese dei territori. 

La chiusura dei cieli è anche utile per ostacolare il transito di velivoli di nazioni nemiche.

Esistono diversi servizi di tracciamento degli aerei: noi ne proponiamo un paio nei link utili.

L’utilità di questi servizi si rivela anche nelle informazioni quotidiane sui voli. Cliccando sugli aeroplanini (che si muovono pianissimo sulla mappa) è possibile vedere nome, dati, orario di decollo, orario di atterraggio stimato e foto del singolo aereo.

agenzia di comunicazione blocco navale e no fly zone

Terzo aspetto: i blocchi navali.

La guerra è principalmente combattuta a terra, ma gli sbocchi sul Mar Nero sono un altro punto di approdo per le navi che attaccano l’Ucraina.

Per questo la navigazione può subire modifiche e interruzioni.

I servizi online di tracciamento delle imbarcazioni sono stati utilizzati anche in altre occasioni, ad esempio durante la pandemia (con lo stop agli attracchi degli equipaggi bloccati in mare) o con l’ostruzione del Canale di Suez.

Vessel Finder permette di vedere in tempo reale (con pochi minuti di delay) la posizione delle navi nel mondo. Cliccando su una nave in mare compare la sua scheda con nome, dati e foto.

Link utili:

LAST BUT NOT LEAST

L’immediato schieramento pro-ucraina di quasi tutto l’occidente è stato poderoso e istantaneo: a cosa lascerà spazio?

Non lo sappiamo, ma ci auguriamo di avervi aiutati a capire un po’ di più su questa guerra, sperando che vi sia utile, e come agenzia di comunicazione continueremo ad impegnarci nel fare al meglio il nostro lavoro e nel poter dare dei piccoli contributi al buono e al bello che c’è nel mondo.

Alla prossima!

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