Cercando “SEO PADOVA” la SERP restituisce solo nomi di agenzie pubblicitarie plausibilmente di Padova.
Fissando questa SERP noiosa e pensando agli ultimi mesi tremendi di coronavirus, lockdownd e tracollo di interi settori economici, in primis il turismo, ho pensato che avrei potuto lanciarmi in un articolo sul turismo, così, per scrivere qualcosa di leggero, facile e allegrotto.
Dopo 72 ore di analisi di quello che sta facendo la città a livello di promozione e rilancio del proprio territorio, al posto dell’articoletto è uscita una mezza opera omnia del turismo a Padova e dei suoi problemi.
Cosa cerchiamo: ovviamente “turismo Padova”
Ho deciso di restringere il campo solo ai siti istituzionali, e partendo da una banale ricerca con le parole “turismo Padova” ho trovato, nell’ordine:
turismopadova.it (non sicuro)
turismopadova.it/it/basic-page/info-utili-1 (non sicuro)
www.padovanet.it/cultura-e-turismo/turismo-discover-padova.
I primi due risultati portano ad un sito che la dice lunga sugli errori di SEO Padova commessi anni fa e che nessuno ha ancora pensato di fixare. Turismopadova.it è un sito morto.
Per capirlo bisogna analizzare bene le offerte e riuscire a coglierne la vetustà, cosa che un turista difficilmente riesce a fare autonomamente: bisogna essere dei locali per capire che qualcosa non quadra.
La spiegazione è nascosta nella pagina CHI SIAMO:
“Questo portale web della Provincia di Padova è nato per la valorizzazione turistica del territorio.
A seguito della riallocazione delle competenze in materia di Turismo ed Agriturismo, oltre al personale addetto, in capo alla Regione Veneto, dal 1° di aprile 2019, il portale viene mantenuto online esclusivamente per rendere disponibile agli Utenti della Rete il grande patrimonio di informazioni turistiche raccolte fino al 31 marzo 2019.
Per contatti ed informazioni in materia di Turismo ed Agriturismo, relativamente al territorio della provincia di Padova, i riferimenti a cui rivolgersi sono:”
Seguono altre cose poco accattivanti.
Per l’ente presentato come “Servizio Turismo Regione Veneto“ ci sono un numero di un ufficio, senza gli orari di disponibilità, una mail, una PEC.
Segue l’ente “Servizio Agriturismo Regione Veneto”, con il solito 049 senza orari, una mail e una PEC.
Dulcis in fundo, leggiamo:
“La sede di tali uffici regionali distaccati a Padova è in piazza Insurrezione n. 1/A, presso la Camera di Commercio.
Link al portale della Regione Veneto, sezione dedicata al Turismo https://www.regione.veneto.it/web/guest/turismo”.
Cliccando con poche speranze sul link, troviamo una pagina che inizia con un paragrafetto in cui l’occhio viene colpito da una coltellata alla user experience: “La Regione del Veneto programma e coordina le iniziative turistiche, attua interventi di interesse regionale, incentiva attività di interesse turistico di soggetti pubblici e privati, promuove il turismo veneto in Italia e all’estero”.
Padova è sparita in un click… ma neanche Houdini poteva fare di meglio!
Il resto della pagina non offre nessun appiglio padovano.
Bisogna:
• fidarsi
• scendere fino alla sezione approfondimenti
• cliccare su Portale del turismo Veneto
• essere poi catapultati nella home di veneto.eu.
Questo altro sito presenta, nell’ordine, e improvvisamente in inglese: Caorle, The Asiago Plateau, Slowbike – Pleasure of the ride, Cortina D’ampezzo, Po Delta – Water mazes, VENETO, THE LAND OF VENICE (così, dobbotto, senza senso), Blue flags 2020, Unhurried Pedalling, Summer by the sea, Embracing Nature, altri 8 risultati che taglio perché ormai abbiamo capito, e come ultima voce della pagina, nel senso che dopo c’è proprio scritto “© 2019 Regione del Veneto – P.I. 02392630279”, ecco che compare il Botanical Garden of Padua.
Ora io immagino il disperato che mezz’ora fa voleva solo vedere la Cappella Scrovegni e che ora fra le lacrime sta prenotando una ferrata in provincia di Belluno, perché non ce l’ha fatta a finire il giro di tre pagine, superare il burocratichese, superare l’inglese, scorrere fino all’ultimissima riga dell’ultimo sito, che comunque non parla dei monumenti di Padova se non per l’Orto Botanico.
Ora, accigliati, prendiamo queste forche caudine della user experience e le mettiamo lì, fuori dalla porta, come si fa quando il gatto ci porta mezzo piccione in segno d’amore.
Torniamo a turismopadova.it (che nel frattempo è sempre rimasto non sicuro) e diamo una chanche alla SEO Padova on site di questo primo step, perché almeno la grafica del sito, pure se morto, era più accattivante.
Turismopadova.it: parlami di turismo Mariù
Il primo logo che compare nel sito è quello della Provincia di Padova, un ente territoriale che nel nostro immaginario si dev’essere speso largamente per la promozione turistica della città e delle attrazioni provinciali circostanti.
Anche perché in quanto a “SEO Padova turismo” risulta primo e secondo, pur avendo smesso di vivere un anno e mezzo fa.
Quindi le cose sono due: o ha lavorato in modo esemplare e insuperabile, o chi è venuto dopo ha fatto molto poco e molto male.
Abbiamo un paio di sospetti, eh?
In realtà il sito si presenta ben strutturato e user friendly dal punto di vista della grafica e della navigabilità ed è disponibile, almeno ad una prima occhiata, in 4 lingue: italiano, inglese, francese e tedesco.
Le 12 proposte tematiche appaiono però ordinate in modo poco efficiente.
Vediamo le voci prese dalla home in italiano, nell’ordine in cui compaiono nella griglia:
• bike
• green
• enogastronomia
• family
• Padova senza barriere
• Padovacard
• Convention Bureau
• Unesco a Padova
• Musei provincia (MUSEI PROVINCIA???)
• Reteventi
• Info IAT
• Sagre e feste
Cosa non va dal punto di vista della SEO Padova?
Molte voci sono in inglese, senza curarsi del fatto che sia la home italiana, e non c’è una riga di presentazione che ne anticipi i contenuti.
L’uso della lingua inglese è proprio un errore di ottimizzazione SEO perché non corrisponde a una qualche chiave di ricerca di un turista italiano, e in alcuni casi queste keyword non sono suggestive di niente, come “Convention Bureau”.
Andando a cliccare proprio su Convention Bureau vediamo che si tratta di una pagina che è rivolta al viaggiatore business nell’area cittadina padovana e dei colli euganei, e linka a una pagina esclusivamente in inglese, pur partendo dalla home italiana. Mamma mia che dolore.
Presupponendo che l’inglese, di cui si abusa nella home in italiano, sia il cavallo di battaglia degli sviluppatori e dei copywriter del sito, andiamo a vedere la home in inglese per ammirare cosa possono fare sti creativi anglofoni quando sono lasciati a briglia sciolta.
Troviamo le voci in inglese che restano uguali, poco evocative e poco suggestive, e alcune chicche che fanno rigirare il SEO Padova nella tomba, come “Enogastronomy”.
Sappiamo che è da molti anni che nel vocabolario del viaggiatore goloso e anglofono la chiave di ricerca tematica è “Food and Wine”.
La qualità, pur mediocre, del suo lavoro su SEO Padova è rimasta insuperata negli anni.
Andiamo avanti: padovanet.it
Il terzo e ultimo tentativo è rivolto a padovanet.it, terzo risultato della SERP e sito istituzionale.
La home è aggiornata al 19 giugno 2020, meno di due settimane fa, e titola:
Turismo – Discover Padova
Conoscere e visitare Padova: l’arte, i monumenti, le tradizioni.
Segue un indice:
MAPPA TURISTICA DI PADOVA
Brochure “Padova città della cultura”
social media Discover Padova:
Facebook
Twitter
Instagram
e 12 link di approfondimento:
• Arrivare – Dov’è Padova e come arrivarci, dall’Italia e dall’estero, in aereo, treno e auto
• Muoversi e alloggiare – Le zone della città, come spostarsi e dove dormire
• Musei e monumenti – Le schede di musei e monumenti presenti in città per saperne di più o organizzarsi una visita su misura
• Eventi in città – Le offerte culturali, sportive e di intrattenimento a Padova
• Storia e tradizioni – Dalle origini della città alle tradizioni dei suoi abitanti – I-Padova: percorsi turistici audioguidati
• Visitare la città con il proprio lettore mp3. Disponibili anche in inglese
• Percorsi – Percorsi di scoperta e itinerari tematici per svelare le bellezze di Padova a visitatori e cittadini
• Gusto – I prodotti tipici per assaporare i piaceri della vita, i mercati, le botteghe e gli antichi mestieri
• Ufficio Turismo del Comune di Padova – Per la promozione turistica della città
• Organizzazione di gestione della destinazione turistica – Ogd Padova. Città della cultura, della scienza e della fede
• Albo dei locali e delle attività storiche del Comune di Padova – Materiali informativi, requisiti e modalità d’iscrizione
• Link utili per il turista a Padova – La Padova online, per sapere come muoversi e cosa vedere.
Un menu poco snello, poco goloso, poco invogliante, strutturato male, che mescola senza utilità le pagine dedicate ai visitatori con la modulistica degli operatori.
Un lavoro su SEO Padova assente.
L’inglese è sparito, il sito è solo in italiano, e un anglofono deve capire che cliccando su “Visitare la città con il proprio lettore mp3.
Disponibili anche in inglese” arriverà ad un’altra pagina in italiano, con un link che lo porterà ad un’altra pagina ancora, finalmente in inglese.
Prendiamo il link alla mobilità: “Muoversi e alloggiare – Le zone della città, come spostarsi e dove dormire” dovrebbe essere più simile a “Dormire a Padova: hotel, B&B, ostelli e resort / Come muoversi a Padova: mappa della città, treni, tram e bus”.
La ricerca dei dati
Cercando di capire su quali dati si basi la SEO Padova che ha portato all’attuale configurazione del sito, approdiamo ad un documento pubblico ufficiale contenuto nel sito: Il Turismo a Padova 2017.
Bene ma non benissimo.
Analizzando il documento si trovano dati sugli arrivi e presenza e Padova.
I visitatori sono suddivisi per provenienza: italiani (poi ulteriormente suddivisi per regione di provenienza), europei (poi ulteriormente divisi per nazionalità), resto del mondo (suddivisi in maniera insoddisfacente).
Si parla anche del tipo di alloggio (struttura alberghiera o extralberghiera, che comprende tutto quello che non è hotel), giorni di permanenza, musei e monumenti visitati con annessi gli incassi annuali (musei e monumenti scelti con un campionamento miope), paragone con i numeri regionali complessivi e con un paio di altre città e alcuni capoluoghi di provincia veneti (un panel allucinante).
La pecca generalizzata del documento è la mancanza di profondità dell’analisi: una cosa buttata lì, probabilmente con linee guida sbagliate in partenza o male interpretate, o forse da inserire in un progetto in cui non credeva nessuno.
Un’altra cosa che manca completamente è la variabile cruciale “motivo della visita”: studenti in cerca di un alloggio da fuorisede? Assistenza a pazienti ricoverati? Turismo? Lavoro? Venezia costava troppo?
Sono elementi indispensabili per capire non solo chi arriva, ma cosa ha bisogno di trovare qui.
Vediamo tutte le altre mancanze di questo documento.
Che cosa manca? Venezia nascosta in piena vista.
Dal documento emerge che la città di Padova ha ospitato 1.601.000 visitatori nel 2017, Abano ne ha ospitati 1.993.000 e Montegrotto 918.000.
Poi ci sono tre capoluoghi di provincia veneti per “completare” l’informazione: Verona, con 2.317.000 presenze, Vicenza con 604.000 Treviso, con 276.000. Il tutto viene messo in scala con il numero di visitatori complessivi del Veneto: 69 milioni di visitatori.
Possiamo capire che Padova e il suo complesso termale non si mettano a fare paragoni con Rovigo, che conta “solo” sul Delta del Po, ma a Belluno c’è Cortina d’Ampezzo, una potenza dolomitica, e soprattutto manca Venezia, un’ammiraglia nazionale.
Abbiamo quindi un’analisi di meno di 8 milioni di turisti: il gigante da oltre 10 milioni di presenze 2017 è Venezia, nascosta in piena vista, dietro a quell’immenso vacuum nei conteggi.
La provenienza dei visitatori di Padova
La quantità dei visitatori viene innanzitutto analizzata secondo la provenienza. Italiani, regione per regione, e stranieri secondo la nazione/area di partenza.
Il panel viene preso da Istat, che ha una suddivisione premoderna del mondo.
I punti di forza del panel Istat:
• C’è una buona segmentazione dei visitatori italiani, divisi per regione
I punti deboli del panel Istat:
• L’estero è suddiviso in aree ben segmentate (Europa e Nord America) e in aree segmentate in modo insufficiente.
Ci torneremo di seguito.
• Manca un qualsiasi approfondimento sociodemografico, ad esempio la fascia d’età dei visitatori.
• Non c’è nessuna analisi sul motivo della visita, che viene banalmente ipotizzato all’interno del documento.
Fermando l’analisi qui c’è già molto da dire.
I punti deboli del panel possono essere migliorati in diversi modi.
In Italia vige la legge antiterrorismo che impone agli addetti all’ospitalità di registrare gli arrivi nel portale Alloggiati della Questura, in cui viene registrata una mole di dati (anagrafici e geografici) che viene archiviata a fini di successive eventuali indagini penali, senza però venire resa anonima per sfruttarla.
Ad esempio darebbe informazioni su nazione di origine ed età dei visitatori.
Le possibilità di sviluppare una buona strategia SEO Padova sono mutilate dall’impossibilità di accedere a questi dati utili, già raccolti, già archiviati ma indisponibili.
La compartimentazione delle istituzioni che non comunicano in sinergia rimane un vulnus delle possibilità di un piano di marketing efficace.
Guardiamo a cosa è disponibile:
I risultati sono ordinati per numero di presenze decrescenti, mostrando che sul podio ci sono Cina, col 23% di tutte le presenze annuali, Stati Uniti e India.
I primi tre paesi di provenienza mostravano nel 2017 un calo percentuale significativo rispetto all’anno precedente.
Al quarto posto compaiono “Altri Asia”, in aumento vertiginoso con un +18.5% sul 2016.
Si tratta di un’area indistinta che ha portato nell’anno di riferimento più di 28.000 presenze, non proprio bruscolini.
Questo dato viene riportato senza commenti e reso impossibile da analizzare.
Vediamo qualche altra voce interessante, sulla carta.
Corea del Sud: è al 6° posto, con un +71%, Giappone al 7° posto con un +14%, seguito da “Altri America Latina” con un +15%.
Con un po’ di distacco abbiamo Israele, con quasi 7.000 presenza ha fatto un +35%, il Venezuela scende ai piedi della classifica con un -27%, “Altri Extraeuropei” senza ulteriori specificazioni, con una quantità irrisoria di visitatori, che però ha fatto un +29%.
I dati non vengono ben segmentati e soprattutto non vengono incrociati con calendari economici, mutamenti sociopolitici, dati su PIL e interdipendenza con altri settori.
Si riducono ad una sfilza di dati grezzi, molto grezzi, malamente aggregati, da prendere come una base al massimo suggestiva e da rianalizzare con mezzi propri, un lavoro totalmente delegati al lettore.
I dati del 2017 sul 2016 sono stati pubblicati nel 2018 ma non si vedono risultati nel sito stesso in cui sono ospitati: dati bruti, e brutti, senza alcun implementazione visibile conseguente.
L’ultimo punto debole riguarda il motivo della visita.
Padova è un’attrazione turistica ma è anche un polo universitario d’eccellenza, è un’azienda ospedaliera universitaria di punta, che ha provato il suo primato mondiale proprio con l’outbreak del Covid-19 negli ultimi mesi (il primo studio su una popolazione in contenimento a Vo’ ha aperto la strada alle analisi del ruolo degli asintomatici in tutto il mondo), è una capitale di pellegrinaggio religioso mondiale grazie alla basilica di Sant’Antonio, ospita l’Orto Botanico più antico del mondo, incluso nel Patrimonio Unesco e, come non viene detto mai mai mai dall’analisi del testo, è a 30 minuti di treno (4 euro di biglietto), da Venezia, le cui problematiche di ospitalità rendono Padova un prolungamento metropolitano comodo ed economico per chi cerca una sistemazione abbordabile.
Andando a mettere insieme i dati delle statistiche scorporate per regione o paese di provenienza, abbiamo la seguente top 10 dei visitatori di Padova nel 2017 (dati arrotondati alla cifra più vicina delle migliaia):
1. Veneto: 138.000 presenze
2. Lombardia: 132.000 presenze
3. Lazio: 79.000 presenze
4. Cina: 71.000 presenze
5. Campania: 62.000 presenze
6. Germania: 59.000 presenze
7. Piemonte: 58.000 presenze
8. Puglia: 57.000 presenze
9. Sicilia: 54.000 presenze
10. Stati Uniti: 52.000 presenze
Non ci sono dati sulla spesa media giornaliera o totale per provenienza, né sulle attrazioni visitate o sulle attività svolte.
Le tipologie di alloggio e i giorni medi di permanenza
Padova segue la tendenza italiana ed estera e predilige nettamente l’ospitalità alberghiera rispetto alle opzioni extralberghiere.
Per avere la dimensione del fenomeno:
Estero: 78,9% di accoglienza alberghiera, 21,1% extralberghiera
Italia: 65.7% di accoglienza alberghiera, 34.3% extralberghiera
Padova: 71.8% di accoglienza alberghiera, 28,2% extralberghiera
Si vede come Padova resti ufficialmente in una posizione intermedia, fra Italia ed estero, in merito alla distribuzione per tipologia d’alloggio.
Un ulteriore dato quantitativo va incrociato con la tipologia di struttura di pernottamento: la durata del soggiorno medio.
Padova: 1,8 giorni in strutture alberghiere, 5,4 giorni in strutture extralberghiere
Veneto: 2,6 giorni in strutture alberghiere, 5,6 giorni in strutture extralberghiere.
Un primo commento è che chi predilige gli hotel a Padova rimane un giorno in meno rispetto alla media regionale.
Le strutture extralberghiere hanno invece un tempo medio di permanenza paragonabile. Nessun dato a livello nazionale e estero per ampliare l’indagine.
Guardando al confronto fra tipologia di struttura e durata del soggiorno, le strutture extralberghiere sono più forti in percentuale a Padova: chi prenota in b&b e strutture simili rimane tre volte più a lungo rispetto agli ospiti degli hotel, con un secco 300%.
Nel Veneto la differenza è minore, con una permanenza media di durata poco più che doppia. Nelle altre località prese in esame (Verona, Vicenza, Treviso, Abano e Montegrotto) il divario è meno netto.
Padova si pone come la leader dell’ospitalità extralberghiera per la variabile durata media del soggiorno.
Infine, sono indicati i tempi medi di permanenza per regione e paese di provenienza, senza però i dati filtrati per tipologia di alloggio, che è appena emersa come variabile di estremo rilievo.
I dati si riferiscono al mese di maggio, perché è il mese con più presenze totali (luglio registra il maggior numero di visitatori italiani e aprile quello di stranieri):
Top 3 Italia:
Veneto: 16,1% delle presenze totali con una media di 3.7 giorni
Lombardia: 15,4% delle presenze totali con una media di 1.9 giorni
Lazio: 9.2% delle presenze totali con una media di 2.1 giorni
Top 3 Europa:
Germania: 13.7% delle presenze totali con una media di 2.2 giorni
Spagna: 9,5% delle presenze totali con una media di 2.3 giorni
Francia: 10.6% delle presenze totali con una media di 2.4 giorni
Top 3 stati extraeuropei:
Cina: 23,1% delle presenze totali con una media di 1.4 giorni
USA: 16,8% delle presenze totali con una media di 2.4 giorni
India: 12,1% delle presenze totali con una media di 1.2 giorni
Musei e monumenti visitati
Così come nei dati comparativi delle città venete mancano Cortina e Venezia, qui nella sezione del documento dedicato alle attrazioni visitate si citano solo i monumenti elencati in tabella con grandi assenti esclusi dall’analisi.
Inoltre il documento parla solo di turismo culturale, escludendo le altre tipologie di interessi e necessità di chi visita Padova.
Le visite ai musei in tabella riportano un totale di 545.000 ingressi totali, senza la conta degli utenti che hanno visitato più di un monumento. 545.000 è allo stesso tempo una sovrastima e una sottostima dei visitatori interessati al turismo culturale.
È una sovrastima perché lo stesso visitatore può verosimilmente aver visitato più di un monumento, soprattutto se ha alloggiato nelle strutture extralberghiere, che registrano un tempo di permanenza molto più lungo.
È anche una sottostima, perché riduce l’offerta culturale solo a 7 monumenti, tralasciando dei giganti come la basilica del Santo, L’Orto Botanico e Palazzo Bo.
C’è un altro vuoto spettacolare, proprio perché sembra che la ricerca lo veda come un vuoto, un non-posto, un’entità inutile: le piazze, Prato della Valle in primis, senza dimenticare Piazza delle Erbe, Piazza della Frutta, Piazza dei Signori e le altre piazze cittadine minori.
È come se una guida di New York, o meglio, un’analisi in ottica SEO di New York non tenesse conto dei vuoti della Grande Mela come Times Square o Central Park. Londra senza Piccadilly Circus e Trafalgar Squares. Mosca senza la Piazza Rossa, Parigi senza gli Champs-Elysées o Place de la Concorde, Pechino senza Piazza Tienanmen, Venezia senza Piazza San Marco e Roma senza Piazza San Pietro o Piazza di Spagna.
Ma il gigante invisibile resta Venezia
Dopo aver chiesto agli addetti ai lavori (2 b&b su Airbnb, 2 locazioni turistiche su Airbnb e 2 couchsurfing) di commentare i dati del report citato fino ad ora, si possono divulgare alcuni elementi comuni emersi.
I turisti stranieri sono molti di più degli italiani in queste strutture, e circa 9 su 10 dormono a Padova perché hanno considerato che Venezia costa troppo e che Padova è comunque comoda per raggiungere l’isola col treno.
9 turisti su 10 circa hanno in mente solo 1 meta per ogni città (solitamente Piazza San Marco a Venezia e la Cappella Degli Scrovegni a Padova) e chiedono all’host consigli su cosa vedere, tanto che 4 delle 6 strutture si sono munite autonomamente e molto presto di mappe gratuite da lasciare in consultazione per mostrare dove sono i luoghi meno famosi che consigliano di non perdere.
Una quota di turisti non trascurabile, stimata in 1 su 20, va alle terme di Abano o Montegrotto su consiglio dell’host o dorme a Padova per frequentare attività in zona termale.
In questo caso l’attività più frequente è la visita al Centro per la Mindfulness Motus Mundi, seguita dai corsi alla Y-40 di Montegrotto, la piscina più fonda al mondo, che offre corsi avanzati di apnea e workshop tematici.
I cinesi sono arrivati per la prima volta in queste strutture nel 2016: erano provenienti da Hong Kong e/o hanno ricevuto un’istruzione occidentale in scuole anglofone. Il turismo cinese non occidentalizzato è iniziato nel 2017.
Nelle strutture c’è stata solo una coppia di turisti provenienti dall’Africa, di istruzione occidentale e anglofona. I primi turisti giapponesi sono arrivati nel 2019.
Due host hanno chiesto loro un’opinione sul perché di questo relativo ritardo e tutti e 5 i turisti nipponici, tutti della fascia d’età 20-30 anni, hanno risposto che Airbnb è diventato popolare in Giappone solo nel 2019.
L’attrazione padovana più consigliata è l’Orto Botanico, che ha soddisfatto oltre le aspettative il 100% dei visitatori.
L’attrazione veneziana più consigliata è stata il tour delle isole, con altrettanto successo.
Spesso, circa la metà delle volte, Padova è il pied-à-terre per le visite in giornata ad altre località venete.
Dopo Venezia, la città più visitata da chi dorme a Padova è Verona. Seguono con molto distacco una serie di meteore, qui in ordine sparso: Castelfranco, Bassano del Grappa, Vicenza, Chioggia, Lago di Garda, Ferrara, Bologna.
Molti giovani sudamericani visitavano in giornata paesi e frazioni della provincia perché i loro antenati venivano da lì, un viaggio alla ricerca delle origini.
Quello che ha spinto i turisti a prenotare una sistemazione extralberghiera è la possibilità di risparmiare grazie all’uso della cucina, l’opportunità di visitare luoghi meno famosi grazie ai consigli degli host, ed infine l’occasione di poter essere coinvolti nella “vera” vita degli italiani.
Qualche extra che non viene mai fuori neanche dalle statistiche più puntigliose: i visitatori contenti hanno fatto negli anni un sacco di regali agli host, alcuni hanno creato e regalato fotografie, dipinti, disegni, ritratti degli host e dei loro animali; in alcune occasioni hanno cucinato per tutti, ma soprattutto hanno offerto da bere e rubato tazze da tè.
Durante gli scioperi di Ryanair, i turisti rimasti a piedi sono stati accolti per i giorni necessari dagli host, e se gli alloggi erano occupati hanno dormito gratis su brande e divani.
Una ventina di ospiti sono amici o follower degli host o dei famigliari degli host.
Qualcuno ha anche partecipato a cene e feste in famiglia e preso in prestito vestiti dal guardaroba di casa.
Tutti gli host ascoltati hanno intrapreso il mestiere dell’ospitalità dopo aver vissuto esperienze molto belle in strutture extralberghiere negli ultimi 15 anni, hanno via via ingrandito il business per passione e hanno lasciato i lavori precedenti, coinvolgendo la famiglia.
Una host ha dichiarato di mantenere i prezzi bassi, nonostante il ranking della sua struttura le permetta di aumentare la tariffa, per poter dare a tutti l’opportunità di visitare Padova e di potersi permettere spese personali extra.
Si tratta di una casistica ristretta che però mette in luce una passione che non può essere sostituita da servizi di livello alberghiero: si tratta di due esperienze diverse, è come chiedere “preferisci il ragù o l’estate?”.
Fixare SEO Padova: 5 cose da fare
1. Eseguire un’indagine sul target: serve un’analisi del target segmentata in modo più approfondito e ragionato, a partire dalla creazione di un panel migliore fino all’analisi dei segmenti con le maggiori variazioni percentuali positive.
2. Progettare un’offerta, partendo dal mero livello informativo, che si occupi di includere proprio i grandi esclusi per numero di presenze (cinesi), e per tempo di permanenza (e questi chissà chi sono), con informazioni accessibili e innanzitutto facili da trovare. I vari enti e strutture turistiche devono fare quindi un gran lavoro di SEO Padova per arrivare a pagina 1 di Google con un’offerta vincente.
3. Valorizzare l’ospitalità extra alberghiera, che vince come pernottamenti di lungo periodo.
4. Articolare una proposta stagionale sui veri focus: diversi segmenti si muovono per raggiungere Padova in diversi periodi dell’anno.
5. Padova è un hub e deve riqualificare la sua centralità geografica e logistica: essere il pied-à-terre per Venezia, Verona e Colli Euganei è una risorsa, non un’onta da cancellare dalle statistiche. Impariamo da Lozzo di Cadore, che festeggia per il successo della vicina Cortina D’Ampezzo.
Lasciamoci dandoci dei geni a vicenda e andiamo a fare SEO Padova sfruttando quello che gli altri non vedono:
“Il talento colpisce un bersaglio che nessun altro può colpire;
il genio colpisce un bersaglio che nessun altro può vedere.”
Arthur Schopenhauer
Alla prossima.