Perché è così importante il bilancio di sostenibilità?
Chi lo deve presentare?
Quando arriva l’obbligo per le PMI?
E perché un’agenzia di comunicazione può fare la differenza nel mercato quando un’azienda si impegna a livello sociale e ambientale?
Ecco tutte le risposte!
COS'È IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ
Il report di sostenibilità, o bilancio di sostenibilità, è il resoconto delle attività non strettamente economiche di una azienda.
Nel Libro Verde della Commissione Europea del 2001 viene definito come “L’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate”.
In pratica si tratta di un documento rivolto all’esterno (clienti, stakeholder, enti esterni) che contiene un vero e proprio bilancio dei propri impegni nel diventare elementi positivi per la società e per l’ambiente in cui operano.
Nel 2001 l’Europa parlava di report di sostenibilità in termini volontari: se un’azienda si era impegnata nella salvaguardia dell’ambiente, nell’integrazione sociale all’interno della propria realtà lavorativa, se aveva inaugurato una fondazione benefica, se aveva fatto scelte responsabili in qualche ambito (fornitori a km zero, sostegno al fair trade, risparmio energetico, nido aziendale, chi più ne ha più ne metta), poteva vantare questi meriti non economici e attirare l’attenzione di investitori, clienti e partner.
Ovviamente il ritorno c’era quando al report di sostenibilità veniva affiancato il lavoro di una buona agenzia di comunicazione esperta nel settore.
Col tempo, il bilancio di sostenibilità è passato dall’essere volontario al diventare obbligatorio per alcuni grandi player economici: pensiamo alle grosse multinazionali che hanno un peso critico a livello economico, ambientale e sociale. Questo salto in vanti è stato fatto nel 2017.
Ora le cose stanno per cambiare di nuovo: come?
COSA SUCCEDE NEL 2026?
Nel 2026 il bilancio di sostenibilità diventerà obbligatorio per una platea più ampia di realtà economiche.
Per ora le aziende obbligate al bilancio di sostenibilità sono quelle definite come “Grandi gruppi”, cioè quelle che soddisfano almeno due di questi 3 criteri:
- un patrimonio superiore ai 20 milioni di euro
- ricavi netti (da vendite e prestazioni) superiori a 40 milioni di euro
- almeno 250 dipendenti in media durante l’anno finanziario
Per gli altri è possibile redigere comunque il bilancio di sostenibilità che prende ufficialmente il nome di “Dichiarazione di carattere non finanziario”.
Dato l’attuale focus su giustizia, clima, uguaglianza, impatto sociale e altre tematiche critiche di carattere globale e trasversale, le norme continuano a cambiare.
La più interessante è quella che citiamo qui, e che non sarà l’ultima in materia di miglioramento della qualità e della responsabilità delle aziende a 360°: parliamo dell’obbligo di bilancio sociale anche per le PMI che rientrano in certi parametri.
Quali sono le caratteristiche delle PMI che dal 2026 avranno l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità?
Una PMI è obbligata a produrre questo bilancio se è quotata in borsa, ad esclusione delle microimprese quotate.
GLI STANDARD GRI
Come si compila un report o bilancio di sostenibilità?
Mano a mano che l’importanza di questo documento acquista sempre più centralità politica e che la platea di enti interessati si amplia, aumentano anche i vincoli burocratici necessari ad avere una produzione omogenea dei report, in modo che siano più facili da valutare e comparare.
Questo avviene anche per avere dati sempre più facili da elaborare per mettere a punto tutti gli step utili per migliorare economia, società e ambiente anche grazie alle aziende che operano nei vari territori.
Essendo quindi un momento di grande fermento normativo e burocratico, non citiamo le specifiche leggi e linee guida, destinate ad una rapida evoluzione, ma diamo una panoramica dello standard fino ad ora valido: standard GRI.
I punti dello standard GRI (Global Reporting Initiative) riguardano le aree di economia, ambiente e società e coprono tutti e 4 gli ambiti del bilancio di sostenibilità ma ad una specifica azienda si applicano solo i punti di pertinenza.
Ad esempio, una PMI italiana che si occupa di servizi cittadini non sarà interessata dal punto GRI 411, che parla dei diritti dei popoli indigeni.
I 4 ambiti degli standard GRI sono:
1. Standard universali (con codice 100 e seguenti)
2. Standard economici (con codice 200 e seguenti)
3. Standard ambientali (con codice 300 e seguenti)
4. Standard sociali (con codice 400 e seguenti)
Gli standard universali (100) si occupano delle materie di fondazione dell’azienda, disclosure e approccio manageriale e sono una sorta di introduzione alla cultura aziendale: costituiscono una presentazione dell’organizzazione che permette di comunicare all’esterno la filosofia aziendale e alcuni aspetti chiave relativi al management e agli obiettivi.
Gli standard relativi alle caratteristiche economiche (200) parlano di:
- performance economiche
- presenza sul mercato
- impatti economici indiretti
- pratiche di approvvigionamento
- anticorruzione
- comportamento anticoncorrenziale
- imposte
Gli standard ambientali (300) si occupano di:
- materiali
- energia
- acqua e scarichi idrici
- biodiversità
- emissioni
- rifiuti
- scarichi idrici e rifiuti
- compliance ambientale
- valutazione ambientale dei fornitori
Infine gli standard sociali (400) vanno a mostrare i risultati e i progetti in materia di:
- occupazione
- relazioni fra lavoratori e management
- salute e sicurezza sul lavoro
- formazione e istruzione
- diversità e pari opportunità
- non discriminazione
- libertà di associazione e contrattazione collettiva
- lavoro minorile
- lavoro forzato o obbligatorio
- pratiche per la sicurezza
- diritti dei popoli indigeni
- valutazione del rispetto per i diritti umani
- comunità locali
- valutazione sociale dei fornitori
- politica pubblica
- salute e sicurezza coi clienti
- marketing ed etichettatura
- privacy dei clienti
- compliance socioeconomica
Un bilancio di sostenibilità, come si può capire, è un documento particolarmente lungo, completo e accurato che cerca di ostacolare le cattive pratiche come il greenwashing e i comportamenti scorretti non solo interni e locali ma anche lungo la filiera.
L’obiettivo finale è quello di promuovere una cultura di buone pratiche virtuosa, attiva e dinamica che vada a beneficio on solo delle aziende interessate direttamente, ma che si propaghi con forza attraverso i canali economici, sociali e comunicativi, usando i soggetti obbligati a presentare il bilancio come motori di diffusione delle buone pratiche.
REPORT INTEGRATO, BILANCIO SOCIALE, BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ: FACCIAMO CHIAREZZA
Con l’evoluzione di norme e obblighi di comunicazione delle aziende, si creano via via diversi tipi di documenti che si possono produrre.
Abbiamo quindi i principali documenti che un’azienda può o deve compilare, ad esclusione del bilancio economico, che sono:
IL BILANCIO SOCIALE: segue le linee guida del GBS (Gruppo di studio per il Bilancio Sociale) che mirano a dare, secondo le indicazioni proprio di GBS, un “punto di vista neutrale, rivolto a garantire la completezza e l’attendibilità delle informazioni, nonché la trasparenza del processo seguito per raccoglierle, elaborarle e rappresentarle”. Il bilancio sociale si articola in 3 punti di base: assetto istituzionale, riclassificazione dei dati contabili e calcolo del “valore aggiunto”, relazione socio ambientale. Oltre ai tre punti di base vengono inclusi i giudizi e le opinioni degli stakeholder e il miglioramento del bilancio sociale. È rivolto alle aziende che vogliono adottare un comportamento socialmente responsabile.
IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ: ne abbiamo parlato ampiamente, qui lo riassumiamo secondo lo schema proposto da Way 2 Global.
Il bilancio di sostenibilità è un documento che si pone come “olistico” all’interno dell’universo delle varie dichiarazioni di sostenibilità di una azienda e punta molto sulla interdipendenza fra i diversi ambiti di azione in cui una azienda opera. Comprende a tutto tondo l’impatto dell’azienda e le conseguenze di lungo raggio delle sue scelte.
IL REPORT INTEGRATO: è un documento che vuole mettere a fuoco “i modi un cui una azienda genera valore nel breve, medio e lungo periodo”.
Si rifà a standard GRI e IIRC (International Integrated Reporting Council), chiamando quindi in causa la partecipazione e il contributo di una grande varietà di enti fra cui ONG, università, aziende e investitori. Questo report serve a dare informazioni complete e rilevanti al mercato, attirando l’interesse di partner, investitori e altri enti, riunendo in un unico documento tutte le informazioni cruciali di una azienda in modo trasparente e oggettivo.
LA COMUNICAZIONE CHE DÀ POTENZA AI TUOI INVESTIMENTI
Il bilancio di sostenibilità e gli altri report che parlano dell’impegno, delle attività e degli impatti esterni di una azienda vanno considerati come un ottima leva che una azienda può utilizzare a proprio vantaggio e in modo etico.
Un buon bilancio di sostenibilità è infatti per una azienda sia una bella presentazione di valore sia un volano per migliorare il tessuto economico e sociale, e anche uno strumento che dà un grande impulso alle buone pratiche di sostenibilità e di rispetto per l’ambiente.
La comunicazione dei propri bilanci di sostenibilità è una chiave per il successo della singola azienda virtuosa e un traino per tutto il sistema economico, sociale e ambientale.
Molte organizzazioni relegano i propri documenti virtuosi ad una ristretta cerchia di utenti, mentre noi crediamo che una comunicazione centrata sui buoni risultati e sui buoni progetti futuri di miglioramento siano un bene prezioso che si moltiplica ad ogni scambio. Come le buone idee!
A differenza dei report economici, che sono parziali e statici, i report sulla sostenibilità sono liberi e dinamici.
Chi ha mai sentito dire che se ho un euro e ti do un euro, alla fine avremo sempre e solo un euro, ma se ho una buona idea e ti racconto la mia buona idea, alla fine avremo due buone idee?
Il principio è lo stesso.
Oltre all’approccio emozionale alle buone idee e alle buone pratiche, parliamo anche delle conseguenze sul mercato di tutta questa bontà: siamo in un momento di crisi in cui finalmente, a livello globale, c’è una grande sensibilità verso le cose che “contano davvero”.
Il report di WWF e Bain&Company mostra come, già solo a livello Italia, siano milioni (milioni!) gli individui disposti a dare la loro preferenza ad un prodotto o servizio che venga da una “brava azienda”.
- Sei una brava azienda?
- Vorresti raccontarlo con le parole giuste e nei canali giusti?
- Il tuo bilancio di sostenibilità è stanco di dormire in un cassetto o di essere relegato in un angolino del menu del tuo sito web?
- Contattaci e per noi sarà un piacere parlarne, confrontarci con te e mettergli le ali!