RASSEGNA STAMPA: 3 NOTIZIE E UNA RIFLESSIONE

copertina rassegna stampa

Questa rassegna stampa propone tre notizie dal mondo del greentech, ovvero della scienza applicata alle soluzioni tecnologiche per consumare meno, ridurre le emissioni, diminuire l’impatto negativo che le comunità umane hanno sul pianeta.

Si chiude con una riflessione su come la comprensione della portata delle notizie di grande impatto (e ne abbiamo un assaggio quotidiano sul fronte della pandemia) sia lasciata all’iniziativa del singolo, che si deve informare leggendo tra le righe e sobbarcandosi personalmente la ricerca della verità. 

PALE EOLICHE: FINALMENTE ENERGIA PULITA?

17 maggio 2021: l’industria privata si è messa in moto per produrre delle pale eoliche riciclabili al 100%.

Le deboli obiezioni della prima ora all’eolico (perlopiù tarate sul messaggio che “le pale rovinano il paesaggio”) sono state recentemente superate da un punto molto più cruciale: le pale eoliche inquinano moltissimo.

Il problema del fine vita delle pale garantisce epoche di inquinamento a causa del materiale composito con cui sono costruite le pale stesse, impossibili da bonificare o differenziare, che fino ad ora sono state semplicemente segate e interrate, con grandi danni all’ecosistema.

Si può approfondire qui con l’articolo dedicato da Bloomberg, anche solo la foto di copertina è agghiacciante.

La news: il recente consorzio fra Vestas Wind Systems, Olin Corporation, Danish Technological Institute e Università di Aarhus ha avviato un progetto per pale in resina epossidica, che a fine vita può essere recuperata al 100% per costruire le nuove pale. Il progetto mira ad arrivare al 2040 con i risultati per produrre turbine a rifiuti zero. Per il settore si tratta di una eccellente notizia.

Qui l’articolo originale.

SMART MOBILITY ITALIA: AL VIA IL PROGETTO ARENA DEL FUTURO

17 maggio 2021: è partito il progetto Arena del Futuro, un anello di poco più di un km adiacente all’uscita di Chiari ovest sulla A35.

Si tratta di un circuito di asfalto che permette d ricaricare i veicoli elettrici, sia leggeri che pesanti, in modalità wireless, usando la tecnologia Dynamic Wireless Power Transfer.

Il progetto vede la partecipazione di 14 partner, fra centri di ricerca, finanziatori e imprese e porterà finalmente in Italia un modo nuovo di praticare la mobilità smart, a zero emissioni.

A patto che il MW di potenza dell’Arena del Futuro sia prodotto da fonti non inquinanti. Qui l’articolo originale.

CARBON OFFSET: I CREDITI FANTASMA DELLE COMPAGNIE AEREE

5 maggio 2021: spieghiamo brevemente cosa sono i carbon offset.

Sappiamo tutti che a livello globale si stanno siglando accordi sulla riduzione delle emissioni e che i singoli governi emanano leggi e definiscono incentivi per migliorare l’efficienza energetica ed abbattere consumi ed emissioni. Due esempi sono il miglioramento della classe energetica degli edifici i gli incentivi per rottamare le auto inquinanti.

La UE ha stabilito di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Questo significa che tutta la CO2 deve calare molto (cioè bisogna consumare meno e rendere tutto efficiente al massimo) e la quantità di emissioni CO2 che non può essere eliminata emessa deve essere compensata, ad esempio con progetti di riforestazione.

Da un lato quindi abbatti i consumi e rendi efficienti edifici, veicoli e macchinari, dall’altra, fatto il conto di quanto devi per forza emettere, pianti tanti alberi quanti ne servono per assorbire la tua quota incomprimibile di emissioni CO2. Per farlo, solitamente, una azienda si affida a società che gestiscono questa compensazione, chiamata in gergo “carbon offset”.

Ed ecco la news.

10 compagnie aeree sono al centro del mirino dell’inchiesta di Guardian e Unearthed, ramo di Greenpeace. I claim delle compagnie aeree, coniati per darsi un’aria green e per far volare senza sensi di colpa i viaggiatori più sensibili, sono promesse esagerate.

Per scoprirlo, Guardian e Unearthed hanno esaminato come vengono guadagnati i crediti di carbonio di queste compagnie aeree, scoprendo che si basano su un metodo di calcolo sbagliato impostato da Verra.

Verra è una no profit statunitense che certifica i crediti di carbonio: in pratica Verra studia le foreste e ne calcola la deforestazione, agisce per frenare la deforestazione e vende i crediti di carbonio alle aziende. Ma il metodo di calcolo della foreste salvate dal taglio è sbagliato, in particolare è sovrastimato.

L’inchiesta si è avvalsa di servizi di intelligence per controllare dall’alto le aree “salvate dalla deforestazione”, ha condotto ricerche sulle reali intenzioni di deforestazione locali, ha fatto i conti e ha scoperto che i dati di Verra erano gonfiati.

Verra ha pestato un po’ i piedini e puntato il dito su Guardian e Unearthed dicendo che non la capiscono, ma di fronte all’evidenza si è arrivati ad un punto: Verra cambierà i suoi schemi, ma i crediti venduti non si toccano.

Verra si è arricchita vendendo crediti fantasma senza sforzarsi di combattere davvero la deforestazione, e le compagnie aeree hanno fatto dichiarazioni pompose continuando a volare ed inquinare senza mai compensare davvero le loro emissioni.

Qui l’articolo originale. 

NON CIELO DICONO!!!11!11 (E FANNO BENE)

Il viaggio verso un futuro a net zero emission è lastricato di buone intenzioni ed informazioni incomplete.

Raggiungere il risultato sperato nei tempi prefissati è difficile ma fattibile, però questo non salverà il pianeta, non salverà la nostra salute, i nostri paesi e le nostre case. La comunicazione scientifica, come abbiamo visto durante la pandemia, passa per il filtro della prudenza.

Per non seminare il panico ci sono due strade: o rendere la popolazione mondiale, dall’oggi al domani, in grado di capire il nocciolo del problema e di comprendere perché vengono adottate contromisure di un certo tipo, oppure si fa una bella glassatura zuccherina alle informazioni, in modo che, senza mentire, si sganci la notizia bomba senza seminare il panico.

Tutti gli sforzi titanici per abbattere le emissioni in tempi brevissimi non ci salveranno dal surriscaldamento, ma dovrebbero essere sufficienti a far lievitare la temperatura di 1,5°C, il che è comunque un disastro ecologico.

Qui un report scritto camminando sulle uova da nientemeno che la Nasa  dove ad esempio si legge che limitando il surriscaldamento a 1.5°C invece che a 2°C, 40.000 persone in meno saranno inondate. 40.000 persone in meno rispetto a quanto? Due milioni? Due miliardi?

Per questo motivo si usano termini positivi e per nulla minacciosi, come ad esempio “mitigazione”, quando si parla delle contromisure draconiane che dovremo implementare per non venire spazzati via da un’ondata di calore o da un’ondata del Mediterraneo.

È normale che lo storytelling dei grandi enti responsabili, davvero, delle nostre vite sia sempre molto pesato e positivo quando presenta fatti estremamente gravi. Però sarebbe anche utile una responsabilizzazione radicale della popolazione mondiale circa le opportunità di sopravvivere ai decenni di ribellione ambientale che ci aspettano.

Come dice John Crisp dal Boston Herald: “Non trovare un modo per sopravvivere sulla Terra prima di provare ad andare da qualche altra parte sarà fatale”. 

Alla prossima.