IL FULCRO: L’INTERVISTA DI K89

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Come agenzia di comunicazione abbiamo scelto di dedicare una parte delle nostre energie e della nostra passione al servizio del bello e del buono che c’è attorno a noi.

Ogni tanto ci piace andare ad incontrare gli artisti che più ci appassionano per dare loro una voce, uno spazio, una metaforica pacca sulla spalla per ringraziarli e incoraggiarli.

Oggi parliamo de Il Fulcro, anzi, lasciamo che siano loro a parlare!

Ci hanno incantati con un ingrediente molto particolare: il pepe verde.

Non ci credete?

… che il racconto abbia inizio!

CHI SIETE, QUANTI SIETE... QUALCHE PAROLA SU DI VOI PER PRESENTARVI AI NOSTRI LETTORI

Ciao a tutti!

Il Fulcro attualmente è un quintetto formato da Sirio Nagro alla chitarra elettrica, Amedeo Schiavon batteria e synth, Matteo Fiorotto basso elettrico, Lorenzo DeAngeli tastiere e sintetizzatori e il misterioso Sub Gill ai tamburi bassi africani e multi percussioni.

COME VI SIETE CONOSCIUTI E COME È NATA LA VOSTRA COLLABORAZIONE?

Il Fulcro nasce a cavallo tra il 2015 e il 2016 dall’incontro tra Amedeo e Sirio, entrambi membri del CAT, Collettivo Autonomo Trascendente.

Il CAT può essere descritto come un hub di giovani musicisti di diversa estrazione dediti all’improvvisazione collettiva e libera da schemi, il cui diletto era suonare per le strade patavine con lo scopo di compiacere per primi loro stessi e poi giovani artisti e non che gravitavano intorno alla congrega.

Il CAT era noto per le scorribande notturne di improvvisazione dal carattere perlopiù tribale, infatti le percussioni, le voci urlanti e la danza erano gli elementi principali che insieme a chitarre istintive ed ipnotiche, contrabassi e fiati contraddistinguevano il sound del progetto.

Da questo humus, e dall’innata alchimia musicale tra i due, nasce poi l’idea di creare una band dove poter convogliare questa attitudine all’improvvisazione istintiva e le varie influenze derivate dagli ascolti personali di altre musiche.

Così prende vita questo progetto strumentale che in una fase iniziale vede vari cambi di formazione che portano a provare musicisti, diversi fino a che si approda ad una prima formazione stabile del gruppo che vede, oltre ad Amedeo e Sirio, anche Matteo “Fiore” Fiorotto al basso (bassista allora anche dei Nautilus, progetto Psych-Prog-Indie dove militava anche Amedeo, sempre in veste di batterista) e Riccardo Matetich al didgeridoo, percussioni, bansuri ed effettistica.

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CONTAMINAZIONI E ISPIRAZIONI. ASCOLTATE LA MUSICA DI...

Le influenze e le contaminazioni del progetto sono varie e disparate.

Fin dagli anni della prima formazione il progetto cresce sotto il lume della psichedelia, del prog, del kraut e dell’acid rock di fine sessanta e settanta: Gong, Pink Floyd, Hendrix, Santana, Soft Machine, The Velvet Underground, King Crimson, Grateful Dead, Can.

Anche la psichedelia più moderna è un elemento di ispirazione, e i nomi a cui possiamo far riferimento sono sicuramente Ozric Tentacles, Acid Mothers Temple, Casa Sui, King Gizzard And The Lizard Wizard.

Ci ispirano anche generi come lo Space Rock, lo stoner, la musica sperimentale ed esotica di influenza zorniana, il free jazz, l’afrobeat, il funk, la psy-trance, l’elettronica, il noise rock e sicuramente si può notare per certi aspetti, in particolare in live, un’attitudine garage rock/proto punk ma rigorosamente in chiave psichedelica.

Altre influenze derivano dalla musica etnica, musica tradizionale africana e latinoamericana, soprattutto per quanto riguarda aspetti ritmici. Troviamo poi riferimenti a musica celtica, indiana, mediorientale, nordafricana, classica, jazz e blues per alcuni spunti melodici.

Prendiamo ispirazione da tutte queste fonti, nella nostra produzione sono presenti elementi che in un modo o nell’altro finiscono all’interno del nostro flusso improvvisativo o nelle composizioni dei brani.

Si può dire che il cervello elabora tutte queste informazioni musicali e le amalgama per poi restituirle in qualcosa che va a determinare la singolarità della nostra musica, che non è altro che l’insieme delle diverse elaborazioni di ascolti ed esperienze musicali che ognuno di noi, per conto suo o con altri, ha maturato nel tempo.

Il progetto è un crogiuolo nel quale confluisce tutto ciò, dove si mescola e si prepara ad un uscire sotto forma di nuovo materiale musicale.

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COME CREATE INSIEME?

Per quanto riguarda il lato compositivo, fino all’uscita del primo album siamo rimasti su forme molto aperte e libere dei brani che di stabilito avevano molto poco, a parte tema o riff principali e magari qualche stacco.

Ci lasciavamo andare al flusso in totale libertà. Però se per un verso questa attitudine porta ad esplorare dimensioni sonore spontanee e apici energetici notevoli, dall’altro si rischia il classico calo di tensione o derive indesiderate, derive che si sono risolte più avanti adottando dei paletti e iniziando a strutturare un po’ di più le nostre idee.

Il nostro metodo al momento è abbastanza semplice e diretto: qualcuno ha un riff o un tema (una melodia) e lo propone, così  si inizia insieme a jammare in libertà. Se poi durante il flusso improvvisativo vengono fuori elementi interessanti ci si sofferma sopra e, lavorando in sinergia, magari vengono fuori una parte B, degli stacchi, dei bridge e via facendo si va a definire la struttura dei brani.

 

Ogni brano comprende sempre una parte di improvvisazione perlomeno degli strumenti solisti, poi capita che in alcuni brani quella parte possa portare a delle derive verso altre dimensioni sonore. Le derive libere comunque vengono risolte con degli escamotage che si sviluppano naturalmente durante il flusso dell’improvvisazione, ricorrendo a dei segnali prestabiliti che riportano ad una sezione specifica della struttura.

Diciamo che in generale, per mantenere un certo grado di libertà e di improvvisazione, prediligiamo strutture di carattere jazzistico A-B-A-B, ma a volte può esserci un C o anche un D, oppure più ripetizioni del tema (es. AABA).

Altre volte invece il brano può avere anche solo due sezioni che sono basate su due ritmi diversi, con al di sopra uno sviluppo sonoro e più incentrato sulla timbrica e l’effettistica (quindi di carattere più “ambient”) che su melodie o armonie.

COSA AVETE PRODOTTO FINO AD ORA?

Per ora è uscito Lunabardo, album nel 2019 registrato con la prima formazione.

L’album è stato autoprodotto, frutto di tre giorni di prese dirette nel soggiorno di casa di Andrea Davì (Orange Car Crash, Mamuthones, Beatiful Bunker) a Monteortone, una cosa nuda e cruda, con strumentazione casalinga abbastanza spartana.

Nonostante la presentazione, è comunque stato un ottimo luogo dove poterci sentire liberi, dove poter essere completamente a nostro agio senza avere nessun tipo di pressione e quindi dove poter lavorare serenamente.

Quel soggiorno si è rivelato un ottimo luogo dove poter bere sakè inveduto dal 1980, comprato all’alimentari in fondo alla via, accompagnato da alga spirulina, banane, caffè e grandi dosi di energie nevrotiche che sono state liberate in performance schizoidi.

Da una di queste performance ha preso forma nel cabarettistico finale a sorpresa di New York, terza traccia del disco.

L’album comprende 8 tracce di cui le ultime due sono bonus: Fulcrum, Pepe Verde, New York, Marcia Grottesca, Pane Elfico, La Mandorla e le due bonus: Circuiti Interrotti e Reaper From The Future (Gloomy days Behind The Reflection) feat. Andrea Davì alla voce.

I nomi sono buffi e un po’ goffi e rappresentano bene un lato scherzoso delle nostre personalità.

Sono nomi che sono stati appioppati durante le prove per nominare alla svelta i “canovacci” musicali su cui stavamo lavorando e poi, nonostante avessimo provato, invano, a rinominarli, gli sono rimasti appiccicati.

Tornando al processo di creazione dell’album dopo le prese dirette c’è stata una post produzione, comprendente overdub, mix e mastering che è stata supervisionata dal buon Francesco Gastaldi (Studio2 Recordings, Padova).

L’album è stato pubblicato in autonomia, senza etichetta ad intermediare l’uscita, in maniera assolutamente indipendente per via anche di una certa pressa interiore a voler pubblicare qualcosa per farsi conoscere.

Il materiale dell’album è stato frutto di quasi 3 anni di concerti underground nel padovano tra centri sociali, circoli e baretti (Cso Pedro, Marzolo, Circolo Nadir, Whydanghi…) e va quindi a cristallizzare un momento molto importante e cruciale della crescita del progetto.

Curiosità sull’album: Lunabardo è il nome che abbiamo conferito ad una pietra sacra trovata durante una escursione particolare di gruppo nelle Pale di San Martino, precisamente nei pressi del bivacco Minazio.

La conformazione del talismano appena rinvenuto ci fece pensare al profilo di un vecchio bardo poi però, se girata, la pietra presentava il volto sorridente di una luna beffarda e così, data la duplice natura, decidemmo di nominare la pietra ‘Lunabardo’.

Dopo averla trovata, la pietra ha presenziato al centro del cerchio composto dai noi ad una jam acustica di carattere tribale, tenutasi ad alta quota, e quasi come fosse stata diretta conseguenza del rituale magico imbastito il pomeriggio durante la notte sul bivacco si scatenò una tempesta.

Il cielo era buio ed elettrico, ogni minuto lampi ci abbagliavano come fossimo stati succubi di una strobo divina che noi stessi, insieme al ‘Lunabardo’, inconsciamente avevamo invocato.

La pietra è stata fotografata insieme ad altri minerali di natura vulcanica ed è finita in copertina in ricordo di questa particolare esperienza.

Oltre all’album abbiamo varie registrazioni di tanti live che forse andranno a costituire un’uscita speciale, una sorta di raccolta dei brani migliori di diversi concerti.

Poi abbiamo in sospeso un’uscita con la PBMrec (PinBallMachine Recordings) di un secret live registrato nel 2019 in villa Da Ponte (si la villa del 600’ della famiglia di Lorenzo Da Ponte, librettista, tra gli altri, di Mozart) ex sede dell’associazione Whydanghi con cui abbiamo collaborato e siamo molto amici.

Tra l’altro, di quella giornata è stato girato da Karma Gava un piccolo documentario di 15 minuti che si trova su YouTube (titolo: IL FULCRO – Live Recorded) dove ci sono varie riprese di noi che giriamo per i vari ambienti della villa facendo cose, e poi due spezzoni del secret live tenuto nella barchessa della villa.

In più, se volete dare un occhio ad altri video live potete andare sul nostro canale Youtube: Il Fulcro Official.

QUALCHE ANEDDOTO DIVERTENTE O PARTICOLARE CHE RIGUARDA LA VOSTRA STORIA?

Aneddoti veri e propri per adesso non ne abbiamo, più che altro la memoria ci inganna di non averne e alcuni sono già stati raccontati nelle righe precedenti.

L’unica cosa che possiamo dire è che forse siamo noi stessi degli aneddoti viventi.

I VOSTRI PROGETTI FUTURI? USCITA DI UN NUOVO ALBUM, APPUNTAMENTI PER CONCERTI ECC…

Attualmente, con la nuova formazione stiamo lavorando per andare a registrare due giorni di prese dirette allo Studio 2 di Padova, il materiale che uscirà andrà a comporre la prossima uscita del progetto.

Questo secondo album però, al contrario del primo, avrà una gestazione più lunga anche perché siamo intenti a cercare un’etichetta con cui uscire e che sappia valorizzare il nuovo materiale.

Con questi brani si segna anche un’importante svolta stilistica e di composizione.

Questo album condenserà le nuove direzioni musicali che stiamo naturalmente prendendo e sarà un artefatto simbolo dell’evoluzione del nostro percorso.

Come prossime date al momento ci troverete ad Intervalli Festival mercoledì 18 Maggio, poi il 26 Giugno in Cadore per una data particolare in mezzo alle Dolomiti (la location è ancora da svelare, ma seguite la nostra pagina Facebook e Instagram per rimanere aggiornati) e infine il 16 settembre ad Arcella Bella in apertura alla band portoghese 10000russos, il resto dell’estate è ancora un mistero!

Detto ciò vi aspettiamo a questi prossimi live e vi invitiamo a seguirci sui nostri social!

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