IL FUTURO È MOBILE! E tutti noi faremo i conti con UX, velocità e siti web responsivi

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Con gli utenti sempre più orientati all’utilizzo dei dispositivi mobili, costruire siti belli ma lenti o condurre campagne web basate solo sui banner in mezzo alle pagine pagherà sempre meno.
Le aziende che sapranno tradurre la propria comunicazione in siti web responsivi veloci e con una UX a prova di bomba saranno quelle che conquisteranno i consumatori di domani.

Anche una volta c’erano le TV portatili…

Il web viene spesso considerato un mezzo di comunicazione democratico, dove ogni utente può non solo scegliere quali canali utilizzare per informarsi e fruire di contenuti, ma anche scegliere quali canali di comunicazione utilizzare.

A questa considerazione va aggiunta anche la possibilità di scegliere attraverso quali strumenti poter accedere a internet, come ad esempio gli smartphone che, oltre ad essere telefoni, permettono di accedere alla rete ovunque.

Se volessimo fare gli avvocati del diavolo potremmo dire che anche le radio e le televisioni, all’apice della loro diffusione, potevano contare sulla possibilità di essere ascoltate e viste attraverso una vasta gamma di apparecchi portatili.

Chi, tra coloro che contano oltre le tre decine di primavere, non ricorda con affetto le stilosissime cuffie radio fm o il mirabolante orologio TV della Seiko?

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A parte il fatto che le batterie delle cuffie fm duravano mezz’ora e che l’orologio TV per funzionare aveva bisogno di essere collegato ad un apparecchio grande come un server di Amazon, il fatto è questo: quello che veniva trasmesso e il metodo di fruizione di quel media, pur cambiando il device, non cambiava.

In poche parole: che guardassimo un programma sullo schermo della tv in salotto oppure sul mini-schermo dell’orologio il formato dell’informazione ricevuta non cambiava e noi rimanevamo comunque spettatori passivi che ricevevano informazioni, e pubblicità, senza nessuna possibilità di interagire se non smettere di guardare la televisione.

All’ufficio marketing di un’azienda non bastava altro che creare una campagna radio-televisiva con un jingle accettabile, tanto quegli spot sarebbero funzionati uguali in qualsiasi apparecchio del mondo, ed il gioco era fatto!

Con internet non funziona così: le funzionalità che offre, ad esempio, un notebook non sono le stesse offerte da uno smartphone.
Nello smartphone non è presente una tastiera fisica, utilizziamo le app e allo stesso tempo lo utilizziamo per telefonare e comunicare attraverso le stesse app che scarichiamo, condividendo dati con altri smartphone e lasciando online delle tracce ben visibili delle nostre abitudini di navigazione, condivisione, acquisto e qualsiasi altra cosa ci venga in mente di fare.

E magari i siti che consultiamo sullo smartphone nel tragitto casa-lavoro in tram non sono gli stessi visitati col desktop in pausa pranzo, e la sera magari ci sfondiamo di shop virtuali col tablet per placare la nostra sete di acquisti.

Non è difficile comprendere che non parliamo di un’altra categoria rispetto ai vecchi media e apparecchi portatili, ma proprio di un altro sport: possiamo decidere in ogni momento, e quasi in ogni luogo, cosa vedere, in quale piattaforma e soprattutto abbiamo molti modi di evitare la pubblicità, dal blocco dei pop up ad uscire dal sito pieno di banner a centro pagina per cercarne un altro che offra gli stessi contenuti o prodotti ma presentati meglio.

Per questo uno dei perni del digital marketing è l’inbound marketing, dove la comunicazione è concentrata nel produrre contenuti di qualità per attrarre i potenziali clienti all’interno della propria rete e che studia proprio quelle tracce che lasciamo con i nostri dispositivi per capire dove e quando trovarci, velocemente e con siti web responsivi.

Ecco spiegato il motivo per cui chiederci di trovarci tutti alle 20 e 30 davanti ad uno schermo, di qualsiasi dimensione, per rimanerci fermi due ore sorbendoci la pubblicità ogni 15/20 minuti non funziona più.

Il futuro è veramente mobile?

Dopo tante parole spese a favore di radio e TV è anche giusto argomentare con dei fatti il perché dell’affermazione presente nel titolo: di seguito troverete un’immagine che può aiutare a comprendere su cosa si basa tale affermazione.
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Come è possibile vedere in questa infografica, fonte statista, l’aumento del traffico nei dispositivi mobili è un trend in crescita costante, che non smetterà di condizionare lo sviluppo dei device e del approccio alla fruizione dei contenuti per ancora molti anni.

Ci sono due continenti grandi come l’Asia e l’Africa messi insieme, sono infatti l’Asia e l’Africa insieme, che solo adesso si stanno affacciando ad un modello di società orientato ai consumi e che quindi, con la loro abbondanza di popolazione, tracceranno i probabili trend in ambito di comunicazione aziendale per i prossimi quindici anni.

Ma non tutto è perduto per chi si trova in Europa e in Italia: infatti se da un lato è indubbio che possiamo ancora dire la nostra in ambito progettistico e manifatturiero, dall’altro dovremo adeguarci alla vasta platea offerta da internet adeguando il nostro stile comunicativo.

Che per quanto riguarda i siti internet e tutto ciò che ruota attorno si dovrà concentrare su:

– creazione di siti web responsivi, cioè in grado di cambiare la configurazione della pagina a seconda del device nel quale viene visualizzata;

– la user experience, o UX, cioè lo studio dell’esperienza di una persona nei confronti di un oggetto o servizio, nel nostro caso nell’utilizzo di un sito web;

– la velocità di un sito web, cioè quanto tempo ci mette a caricare le pagine dal server.

Prendere seriamente in considerazione questi tre aspetti porterà benefici a cascata anche nel marketing e comunicazione delle aziende e quindi del loro modo di presentarsi ai potenziali clienti di domani.

I siti web responsivi

Dicevamo che i siti web responsivi sono in grado di modificare le configurazioni delle pagine a seconda del device utilizzato, sia esso uno smartphone o un tablet o un personal computer.

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Questo avviene perché ogni dispositivo utilizza un browser specifico e il sito web, quando viene richiamato dal browser, dovrebbe essere in grado di comprendere su quale dispositivo verrà caricato e modificare il layout della pagina, la risoluzione delle immagini e le dimensioni delle finestre a seconda del dispositivo.

Dovrebbe perché è qui che entra in gioco il design responsivo: i siti web responsivi devono essere pensati in origine per essere in grado di adattarsi ai diversi dispositivi.

Ad esempio programmando il codice per aumentare o diminuire dimensioni del layout e delle immagini ed eventualmente dell’orientamento dello schermo, programmando eventuali animazioni perché si adattino a seconda del device, utilizzando correttamente i CSS.

Tutti coloro che utilizzano un CMS come WordPress possono rendere i loro siti web responsivi anche in un secondo tempo attraverso una consulenza SEO: le regole per l’ottimizzazione di un sito web, d’altronde, prevedono di rendere un sito navigabile con lo smartphone il più possibile!

Tuttavia, i plug-in installati per rendere i siti web responsivi a volte possono non solo complicare la vita dei programmatori ma anche rendere il sito più lento e potenzialmente più esposto a falle nella sicurezza.

Per questo a volte per ottenere un sito unico, veloce e sicuro può essere utile realizzare un sito con un framework come Laravel, che permette di ottenere un codice pulito ed essenziale, oltre a costruire interfacce backend personalizzate e uniche.

L’importante è scegliere la strada giusta per il proprio budget andando fino in fondo, e quindi se necessario cambiando le immagini, modificando le pagine e i moduli in modo che chi naviga con lo smartphone sia pienamente soddisfatto.

La user experience

Innanzitutto anche lo studio della user experience nei siti web responsivi è una pratica SEO corrente e utilizzata per l’ottimizzazione.

La user experience è un moderno approccio allo studio del rapporto che intercorre tra gli utenti di un bene o servizio e l’utilizzo che ne fanno.

Esistono molti studi a riguardo, e l’applicazione in ambito web sta dando molti risultati negli ultimi anni, tanto che
anche Google è attivamente impegnata in tale ricerca e aggiorna costantemente le proprie linee guida per migliorare l’esperienza degli utenti che lo utilizzano.

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Ma in un sito web aziendale come si può migliorare l’esperienza utente?
È presto detto:

– progettando una mappa del sito che permetta un accesso rapido e intuitivo alle varie sezioni;

– prevedendo dall’origine l’adattabilità ai vari device (siti web responsivi);

– utilizzando un layout della pagina chiaro e spazioso con un carattere chiaro e leggibile;

– permettendo ai contenuti, alle immagini e ai video di essere caricati velocemente(ci ritorneremo nell’ultimo punto);

– fornendo contenuti di qualità che contengono informazioni utili per il target di riferimento e non siano ripetitive;

– prevedendo moduli di contatto e pulsanti per raggiungere velocemente il servizio clienti;

– evitando banner o altri messaggi all’interno della pagina che rendano difficoltosa la navigazione o addirittura rendano impossibile la lettura; tra l’altro i banner vengono utilizzati come le affissioni tradizionali e piazzati all’interno di siti che teoricamente sono rivolti ad un determinato target: esistono già gli analytics che permettono di operare il retargeting, ed è ormai  risaputo che il banner, anche se utilizzato da marchi prestigiosi, è considerato dagli utenti alla stregua dello spamming e non certo una raffinata operazione di marketing.

Come per la creazione dei siti web responsivi anche in questo caso valuteremo con attenzione se ci conviene procedere con un restyling del nostro sito o se non ci convenga piuttosto ripensarlo completamente per portarci un passo avanti alla concorrenza.

La velocità

È il parametro che più spesso viene sacrificato sull’altare della UX e del design responsivo!

Ma prima un po’ di chiarezza: la velocità di caricamento di un sito è influenzata anche dalla velocità della rete internet ( e in Italia, purtroppo, non siamo all’avanguardia) ma dipende innanzitutto dalle scelte operate da ogni singola azienda in fase di creazione del sito: il server e il codice.

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Osserviamo cosa ci dice questo grafico (fonte statista):

– la prima parte ci dice maggiore è il tempo che una pagina impiega per caricarsi e più aumentano le possibilità di abbandono;

– la seconda parte, ancora più crudele, dice che non solo il 40% degli utenti abbandonerà la pagina che si apre in più di 3 secondi, ma anche che l’80% di loro probabilmente non ritornerà in quella pagina.

Pausa ad effetto.
Silenzio del pubblico per alcuni secondi.

Questo significa che:

– in fase di progettazione dobbiamo scegliere un hosting serio, possibilmente non condiviso ed evitare di spendere cifre ridicolmente base per avere poi un sito che gira lentissimo perché il nostro hosting è più affollato della linea rossa a Milano il mercoledì alle 11;

– eventualmente cambiamo hosting se precedentemente abbiamo fatto una scelta del genere;

– scegliamo con cura il CMS più adatto o eventualmente non spaventiamoci ad ingaggiare un programmatore esperto per progettare un sito in php: la maggiore spesa iniziale sarà ricompensata dalle prestazioni, premiando la SEO e invogliando i potenziali clienti ad utilizzare il nostro sito.

Finalmente la conclusione

Il web non ha mai smesso di essere in continua evoluzione, e la recente pandemia non ha fatto altro che accelerare un processo di transizione nei processi di produzione e di marketing che necessariamente prima o poi avrebbero investito tutti.

Nei paesi con economie in rapido sviluppo la comunicazione nel web probabilmente non è ancora così raffinata da contemplare i siti web responsivi, lo studio della UX e la ricerca della velocità a tutti i costi, ma la tecnologia che utilizziamo anche noi viene prodotta proprio lì, e moltissimi di quegli utenti inseguiranno questo tipo di web nel prossimo futuro.

Anche la prossima generazione di consumatori europei, ora ventenni, che di sicuro odiano i banner e non hanno mai più di 3 secondi da perdere, si orienteranno verso le aziende con questo approccio comunicativo anche a causa di nuovi modelli di comportamento.

Gli Stati Uniti hanno codificato il moderno web marketing, i siti web responsivi e lo studio della UX sono la norma per le aziende, e per il momento sono il benchmark.

Di fronte ad un sentiero montano impervio ma già segnato starà alle aziende europee se scegliere di continuare a rimanere fermi ad aspettare il ritorno di un’epoca d’oro che non tornerà oppure preparare uno zaino pieno di siti web responsivi, velocissimi e con un UX splendente e andare alla ricerca di questo nuovo target e di questi nuovi consumatori.

Tanto per dire, sappiate che a noi di K89Design piace un sacco fare le escursioni in montagna.